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La prima Summer School del progetto Erasmus+ StAnD  si è tenuta a Maratona, Grecia, dal 30 giugno al 5 luglio 2024. Durante la settimana, i nove partecipanti, insegnanti provenienti da tutta Europa, si sono avvicinati non solo alla tematica dell’educazione alle scienze dello spazio, ma hanno anche ideato scenari innovativi per appassionare gli studenti della scuola primaria e secondaria sul tema degli asteroidi, delle meteore e della difesa planetaria. Inoltre, nel corso della Summer School, Daniele Gardiol, primo tecnologo presso l'INAF - Osservatorio Astrofisico di Torino, ha presentato la rete PRISMA, di cui è coordinatore nazionale, e le nuove camere all-sky sviluppate da INAF - OATo per il progetto StAnD.

Un forte boato è stato udito ieri pomeriggio, 20 giugno, intorno alle 16.30 ora locale, sulla costa toscana. Secondo le prime testimonianze si temeva che potesse essere stato un terremoto, notizia smentita però dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Ci segnala il nostro collega Emanuele Marchetti, dell'Università di Firenze, che ha effettuato le misurazioni e che collabora da tempo con la rete PRISMA:

Ieri pomeriggio intorno alle 14:30 UTC è stato registrato un forte boato in Toscana meridionale. L'Università di Firenze gestisce da alcuni anni un array di sensori infrasonici situato sulla costa meridionale dell'isola d'Elba, in collaborazione con l'Istituto Geofisico Toscano e con la protezione civile dell'Elba, proprio per studiare i boati che si avvertono nell'isola da una decina di anni.

L'evento è stato registrato non solo dai sensori situati all'Elba, ma anche da quelli posti sul monte Amiata e a Champoluc in Valle d'Aosta, con azimuth e tempi tra loro compatibili. Se a Champoluc si registra solo l'evento principale, all'Elba e all'Amiata (molto più vicini alla sorgente) si registra un segnale che mostra un'ampia traiettoria in atmosfera.

Considerando gli azimuth dei tre array, la posizione dell'evento principale dovrebbe situarsi a Sud dell'isola di Montecristo.

Il Segnale infrasonico registrato dai 5 sensori dell’array sito all'Elba.

Contrariamente a quanto inizialmente ipotizzato, il bolide dello scorso 4 giugno 2024 potrebbe aver dato origine a meteoriti a terra.

Grazie all'alta inclinazione della traiettoria (circa 70°), la zona in cui cercare un’eventuale meteorite è meno ampia che in altri casi, essendo lunga circa 3200 m e larga circa 150 m, con una superficie di 0.5 kmq. Rispetto alla traiettoria di arrivo del fireball lo strewn field è stato spostato bruscamente di circa 90° verso destra per effetto del vento che la sera del 4 giugno era particolarmente intenso.

Dove cercare la meteorite?

Purtroppo la zona in cui ricercare l’eventuale caduta è impervia, ma attraversa la provinciale 209 in prossimità del paese di Appennino (MC) e si trova a soli 17 km da Camerino, pertanto secondo gli esperti della rete Prisma vale la pena di effettuare un tentativo anche se esiste la concreta possibilità che il meteoroide responsabile del fireball si sia completamente  consumato durante l’attraversamento dell’atmosfera senza iniziare la fase di volo buio, condizione indispensabile per sperare nella presenza di meteoriti al suolo.

Gli eventuali frammenti maggiori, con una massa che dovrebbe essere compresa fra un paio di ettogrammi e 1 kg, potrebbero essere caduti in una zona meno boscosa, facilmente raggiungibile per la presenza di una strada in terra battuta che serpeggia lungo la parte finale dello strewn field.

Se vi doveste imbattere in una roccia di colore nero, liscia, irregolare ma con gli spigoli smussati, contattate Prisma al seguente indirizzo: prisma_po@inaf.it .

Il 4 giugno 2024 alle 19:23:26 UTC un brillante fireball è stato ripreso dalle camere Prisma di Folignano e Amelia. Purtroppo il cielo era parzialmente nuvoloso, ma il fireball era abbastanza brillante da essere comunque visibile. Contemporaneamente alla detection strumentale sono giunte diverse segnalazioni di testimoni occasionali che hanno segnalato il fireball compilando il form dell'IMO il cui link è disponibile sul nostro sito. Nel complesso, per questo evento (2732-2024), sono state raccolte 33 testimonianze visuali distribuite fra il centro e il nord Italia, Croazia e Slovenia.

Grazie alla triangolazione delle due camere, possiamo dire che il fireball ha avuto una durata totale di circa 3,6 s con inizio alla quota di 75 km e fine a circa 24 km d'altezza. Proiettando al suolo la traiettoria, si vede che il fireball è andato da Monte Fraitunno verso Colle d'Oncia, con una traiettoria da sud-est verso nord-ovest che si colloca all'interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. All'ingresso in atmosfera il fireball aveva una velocità di circa 17 km/s che si è ridotta progressivamente per via del drag atmosferico fino a ridursi a circa 7 km/s al momento dell'estinzione. Considerato il valore ancora elevato della velocità nella fase finale è molto probabile che il meteoroide responsabile del fireball si sia completamente consumato durante la caduta in atmosfera senza iniziare la fase di volo buio, condizione indispensabile per avere la presenza di meteoriti al suolo. In ogni caso, su questo ci stiamo lavorando.

L'orbita eliocentrica del meteoroide risulta di tipo Apollo con afelio all'interno della main-belt e perielio all'altezza dell'orbita terrestre, quindi a cadere in atmosfera è stato un piccolo meteoroide di origine asteroidale.

Il fireball IT20240605T192326 ripreso dalla camera Prisma di Amelia (Crediti: Prisma).

Vuoi imparare a riconoscere una meteorite appena caduta? Hai la passione per le stelle e da sempre osservi il cielo stellato cercando di scrutare qualche stella cadente? O più semplicemente sei un appassionato di astronomia e da tempo ti domandi come possono essere ritrovati i meteoriti?

Allora questo Stage fa per te!

Ora è possibile, con gli stage che stiamo organizzando nell'ambito del progetto «Sentinelle del cielo» finanziato con il contributo di Fondazione CRT, che da sempre sostiene la rete PRISMA.

Il progetto prevede una parte teorica, dove verranno illustrate le caratteristiche principali delle meteoriti appena cadute, oltre a elementi utili per i recuperanti, e una simulazione pratica di ricerca sul campo. Le persone che parteciperanno allo stage diverranno delle Sentinelle del cielo certificate dalla rete PRISMA.

E chissà che tu non possa trovare una nuova meteorite appena caduta segnalata dalla nostra rete!

Gli appuntamenti previsti sono i seguenti:

Le iscrizioni per il primo stage a Bellino (CN) sono già aperte, per dettagli e iscrizioni potete cliccare QUI.

di Mario Di Martino

Il 13 e 14 gennaio scorso a Renazzo e a Cento, in provincia di Ferrara al confine con quella di Bologna, si è svolto un convegno, che ha coinvolto le scuole e il pubblico, per commemorare i 200 anni della caduta della meteorite Renazzo.
La caduta, secondo le cronache del tempo, si verificò la sera del 15 gennaio 1824, anche se ci sono molte ragioni per sospettare che sia avvenuta il primo giorno dell’anno.
La meteorite Renazzo è una rara condrite carbonacea che è la capostipite del gruppo chimico CR. A oggi, sommando tutti i frammenti conservati nei musei e nelle collezioni private, la massa totale è di poco superiore a 1 kg. Il frammento di maggiori dimensioni della meteorite di Renazzo – circa 441 g in origine, ora ridotti a 307 g – è oggi conservato al Museo mineralogico dell’Università di Bologna, ma per l’occasione è stato esposto presso la Civica Pinacoteca di Cento.
La manifestazione ha avuto un grande successo di pubblico, vedendo coinvolte le scuole della zona e un gran numero di persone che hanno affollato la sala F. Zarri di Cento nel pomeriggio di domenica 14 nel corso della conferenza che ha visto la presentazione dei risultati di numerose ricerche storiche e scientifiche relative a questa storica meteorite.
Al termine, da parte di M. Di Martino, è stato illustrato il progetto PRISMA e, a seguito di questa presentazione, una scuola di Cento si è resa disponibile ad installare un nodo della rete grazie al finanziamento garantito da parte di una banca.

Programma dell’evento:

Sabato 13 Gennaio

- ore 10.30 presso piazza F. Lamborghini

Inaugurazione monumento commemorativo alla presenza della Banda Rosso Mattone

Conferenza di divulgazione scientifica

14:30 - Saluto del preside, professori e autorità
14:40 - Orchestra Flic (orchestra dei Ragazzi di Renazzo)
15:00 - Studenti a caccia di micrometeoriti (T. Mazzi, M. Bianchi, proff. e studenti delle scuole medie di Renazzo)
15:20 - Apophis e gli asteroidi killer: perché sono importanti gli studi sulle meteoriti (F. Bernardi - SpaceDys Services)
15:50 - Proiezione storica recitata (Ass. Amici del Museo, Aula magna scuole medie di Renazzo)
16:30 - Meteoriti: cosa sono, da dove arrivano e come riconoscerle (A. Fazio – Meteoriti Italia)
16:50 - Renazzo un universo in casa (G. Cevolani - CNR Bologna)
17:30 fine lavori

Domenica 14 Gennaio

- ore 14.30 presso Sala 'F. Zarri' a Cento

Conferenza pubblica: LA METEORITE DI RENAZZO

14:30 - Saluto Autorità
14:40 - L’eredità della meteorite di Renazzo al bicentenario della caduta (G. Cevolani - CNR Bologna)
15:00 - La meteorite di Renazzo e l’origine del sistema solare (L. Folco - Università di Pisa)
15:20 - La meteorite di Vigarano (E. Trevisani - Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara)
15:40 - Polvere di asteroidi. Storie di campionamenti spaziali: Itokawa, Bennu e Ryugu. (A. Fazio – Meteoriti Italia)
16:00 - La Collezione di Mineralogia Museo ‘Luigi Bombicci' – (G. Gasparotto - Università di Bologna)
16:45 - Microsferule extraterresti nel sottosuolo del campo Gallerani (T. Mazzi - Astrofili Centesi)
17:00 - Studenti a caccia di micrometeoriti (T. Mazzi e M. Bianchi Astrofili Centesi – scuole medie di Renazzo
17:15 - I tre misteri irrisolti della meteorite di Renazzo (N. Borghi - Università di Bologna , S. Zannarini - Liceo Scienze Applicate ISIT Bassi-Burgatti di Cento)
17:30 - Progetto Prisma (M. Di Martino - INAF – Osservatorio Astrofisico di Torino)     

Lo sciame meteorico delle Geminidi è fra i più intensi che si possano vedere nei cieli terrestri, ma è molto meno famoso dello sciame delle Perseidi visibili nelle notti attorno al 12-13 agosto (popolarmente chiamate "Lacrime di San Lorenzo"), perché il picco delle Geminidi si verifica il 14 dicembre. A differenza degli altri sciami meteorici che sono, per lo più, di origine cometaria, il corpo progenitore dei meteoroidi delle Geminidi è l'asteroide near-Earth (2300) Phaethon che, con il suo diametro di 5 km, è nell'elenco dei circa 1000 NEO noti con un diametro superiore a 1 km. Ci sono diversi meccanismi fisici che possono essere invocati per spiegare l'attività di Phaethon. In passato sono stati esaminati gli effetti delle temperature estreme che l’asteroide sperimenta al perielio quando passa a sole 0.14 au dal Sole, con valori che possono raggiungere i 1000 K. Questi studi avevano mostrato che il ciclo dell’escursione termica può frammentare i massi superficiali dell'asteroide che diventerebbero così una sorgente di polvere e detriti che potrebbero essere espulsi dalla superficie alimentando il flusso di meteoroidi associato. Per via di questa attività peculiare si considerava Phaethon come una “cometa di roccia”. Tuttavia, è improbabile che la sola fratturazione termica produca un’accelerazione sufficiente per consentire a polvere e frammenti di superare la velocità di fuga e abbandonare Phaethon. Nel 2021 fu pubblicato un paper che considerava il sodio come l'elemento responsabile dell'attività di Phaethon. L’idea di base è che la sublimazione del sodio presente nella matrice rocciosa del corpo faccia un po' le veci del vapore d’acqua in una cometa tradizionale. Questo meccanismo spiegherebbe anche il motivo della scarsità di sodio nelle meteore delle Geminidi: il sodio verrebbe perso nello spazio permettendo a polvere e frammenti di lasciare la superficie dell’asteroide. La scoperta che la coda sviluppata da Phaethon al perielio è composta per lo più di sodio neutro avvalora questa ipotesi.

Una rappresentazione schematica della corrente di meteoroidi che, intersecando l'orbita terrestre, da luogo allo sciame meteorico delle Geminidi (crediti: Nasa/Johns Hopkins Apl/Ben Smith).

Qualunque sia il meccanismo fisico che permette a Phaethon di disseminare meteoroidi nello spazio, anche quest'anno le Geminidi non hanno deluso. Pur essendo meteoroidi troppo piccoli per poter dar luogo a delle cadute, le meteore delle Geminidi sono abbastanza luminose da poter essere rilevate dalle camere della rete Prisma che, pur essendo concepita per i fireball, è comunque in grado di seguire l'attività degli sciami annuali maggiori. Sono state un centinaio le segnalazioni di bolidi giunte dalle stazioni di Prisma e sarebbe impossibile elencarli tutti. Ne abbiamo scelto due rappresentativi.

Il primo fireball è stato osservato alle 19:36:32 UT del 14 dicembre dalle camere di Navacchio, Piacenza, Cecima, Arcetri, Trento, Chianti e Novezzina. Il bolide ha iniziato la sua corsa a 97 km di quota e si è estinto a 50 km, con una durata complessiva di soli 3 secondi. La traiettoria proiettata al suolo va da Steinach am Brenner in Austria e termina a Sent in Svizzera, con una traiettoria da nord-est verso sud-ovest. La velocità in atmosfera del meteoroide era quella tipica di una Geminide, ossia 35 km/s, e l'orbita eliocentrica è quella che ci si aspetta: perielio ben dentro l'orbita di Mercurio e afelio poco oltre l'orbita di Marte. Questo fireball essendo in prima serata ha avuto anche decine di testimoni oculari, che l'hanno segnalato a Prisma tramite l'IMO.

Così ci descrive questo fireball Federico P. che l'ha osservato mentre si trovava in macchina a Vimodrone, in Lombardia: <<Estremamente luminoso tanto da distrarmi durante la guida, molto duraturo, di colore verde e la parte più bella è stata la frammentazione finale in circa 5/7 frammenti che hanno continuato per un altro secondo a bruciare in atmosfera.>>

Molto bella anche le immagini catturate dalla webcam dell'Osservatorio Astronomico della scuola Filzi di Laives di Bolzano, che mostra bene quanto sia stato brillante il fireball, di un bel colore verde.

L'immagine composta del fireball delle 19:36:32 UT del 14 dicembre 2023 ripreso dalla webcam dell'Osservatorio Astronomico della scuola Filzi di Laives (BZ). Crediti: Gianni Casalnuovo e Roberto Chinaglia.

Il secondo fireball delle Geminidi che vi segnaliamo è stato quello delle 03:10:15 UT del 15 dicembre 2023, ripreso dalle camere Prisma di Gorga, Capua, Camerino, Roma, Civitanova Marche, Chianti, Piombino, Perugia e Amelia. In questo caso il bolide si è reso visibile a 98 km e si è estinto a 45 km di quota, con una durata di 1.6 secondi. La velocità era quella di una tipica Geminide, 35 km/s, e anche l'orbita eliocentrica è simile a quella del primo bolide, come ci si aspetta da meteoroidi che appartengono alla stessa corrente. La traiettoria al suolo di questo secondo fireball va da Palmiano verso Offida, nelle Marche, quindi da ovest verso est. Si noti il cambio di direzione rispetto al primo bolide, dovuto al fatto che mentre in prima serata il radiante delle Geminidi si trova a est, all'alba è verso ovest, di conseguenza cambia la direzione di arrivo dei fireball. Infine, una menzione speciale va alle camere Prisma di Piombino ed Elba, per le numerose Geminidi che hanno triangolato in coppia, davvero una performance notevole.

Insomma, fra le notti astronomicamente speciali dell'anno, va inclusa senz'altro anche la notte fra il 14 e il 15 dicembre, quando le Geminidi raggiungono il massimo di intensità: le polveri di Phaethon che si disintegrano in atmosfera non deludono mai.

Il fireball delle Geminidi delle 03:10:15 UT del 15 dicembre 2023 ripreso dalla camera Prisma di Civitanova Marche.

 

Il 26 novembre 2023 alle 20:08:09 UT un brillante fireball è stato ripreso dalle camere Prisma di Agordo, Trento e Rovereto. Dai dati delle camere risulta che il bolide si è reso visibile a partire da 77 km di quota e si è estinto a 30 km d'altezza, percorrendo una traiettoria inclinata di circa 60° in soli 4 secondi. Se si proietta al suolo la traiettoria del fireball, l'inizio cade in prossimità del paese di Frontale (Valtellina), mentre la fine cade in prossimità di Livigno: una traiettoria percorsa da sud-est verso nord-ovest.

La velocità del meteoroide prima dell'ingresso in atmosfera era di circa 14,5 km/s, mentre nel momento dell'estinzione era di 10 km/s: una valore ancora alto, il che indica che il meteoroide è stato completamente ablaso durante la caduta in atmosfera e che al suolo non ci sono meteoriti. L'orbita eliocentrica seguita dal meteoroide risulta di tipo Apollo con afelio nella Fascia Principale degli asteroidi e perielio poco interno all'orbita terrestre.

Sono diverse decine le testimonianza visuali raccolte dalla rete Prisma, provenienti da Trentino, Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna. Il bolide viene descritto di colore arancione, rosso e bianco, con una scia "fiammeggiante", mentre la magnitudine apparente stimata oscilla da -7 a -10. Una bella sequenza della caduta del bolide è stata ripresa casualmente dalla dashcam di un'automobilista che si trovava a Felino in provincia di Parma che mostra molto bene la scia del fireball durante la caduta verso il suolo. L'ora indicata dalla dashcam non coincide con quella rilevata da Prisma, ma probabilmente l'orologio della dashcam era avanti di circa 44 minuti. La durata, la ripida inclinazione della traiettoria e la scia corrispondono invece ai dati raccolti da Prisma e dalle testimonianze visuali.

Molto spettacolare l'immagine del fireball ripresa da Laives (Trentino), da Giovanni Battista C., che ha stimato il bolide di mag. -7,7. Nell'immagine sono visibili almeno tre flare, corrispondenti ad altrettante frammentazioni del meteoroide.

Immagine del fireball IT20231126T200809 ripreso dalla camera Prisma di Rovereto (Crediti: Prisma/INAF).

Un frame del video ripreso da Felino (PR) relativo al bolide IT20231126T200809 e pubblicato dalla Gazzetta di Parma.

Immagine del bolide ripresa da una videocamera di sorveglianza posta a Laives in Trentino (Crediti: Giovanni Battista C.)

Si terranno a Prato il 17 e 18 novembre 2023 i PRISMA Days 2023, quinta edizione del meeting del Progetto PRISMA.
Qualche mese dopo il nostro ultimo meeting nel Novembre 2022, PRISMA ha rinnovato il suo successo con il ritrovamento della meteorite Matera il 17 Febbraio 2023. Il ritrovamento è avvenuto soli tre giorni dall'avvistamento del bolide di San Valentino, un caso analogo al recupero della meteorite Cavezzo nel 2020.
Questa edizione dei PRISMA Days sarà l'occasione per aggiornare la comunità di PRISMA sullo stato dei lavori, sulle novità e progressi dell'ultimo anno.
L’evento si svolgerà presso la Media Library di Prato, Via Fabio Filzi 39/U
Nella giornata del 18 Novembre è inoltre previsto un "Corso per il recupero di meteoriti", aperto a tutti gli interessati che vogliano contribuire alle attività di ricerca sul campo e che prevederà una formazione teorica e pratica sulla ricerca e recupero di meteoriti.

La pagina per l'iscrizione: https://indico.ict.inaf.it/event/2601/

La scadenza per le registrazioni è fissata per mercoledì 8 Novembre. Nei prossimi giorni sarà pubblicato il dettaglio del programma del meeting.

Fra i fireball progenitori di meteoriti triangolati dalla rete Prisma, ne mancava uno insulare. Con l'evento dell'8 ottobre 2023 delle 21:53:30 UT (23:53:30 ora locale), questa lacuna è stata colmata e l'isola fortunata è stata la Sardegna. Vediamo come sono andate le cose e dove andare alla ricerca delle meteoriti.

Tutto è iniziato con la ripresa del fireball in oggetto da parte di due camere Prisma sarde, quella del Sardinia Radio Telescope (Inaf - Osservatorio Astronomico di Cagliari) e del Gennargentu (Sardegna Clima ONLUS). Anche con i dati di due sole camere si può triangolare e ricostruire la dinamica del meteoroide. In base ai risultati dei calcoli fatti dal team di Prisma, il fireball si è reso visibile a 78,3 km di altezza e si è estinto a 28,0 km. La traiettoria, percorsa con direzione da sud-est verso nord-ovest, era molto inclinata rispetto alla superficie terrestre, ben 77,6° e i suoi 51,5 km di lunghezza sono stati percorsi in soli 3,6 secondi, che è stata la durata complessiva della fase di fireball.

In un fireball quello che conta per ricostruire la dinamica è soprattutto la velocità: all'inizio della traiettoria luminosa il meteoroide si muoveva a 16,5 km/s, tipica di un corpo di origine asteroidale, mentre alla fine la velocità era scesa a 4,2 km/s. In effetti l'orbita eliocentrica calcolata a partire dalla posizione e dalla velocità del meteoroide prima dell'ingresso in atmosfera ha il perielio all'altezza dell'orbita di Venere, mentre l'afelio cade appena oltre quello di Marte: si tratta di un'orbita asteroidale di tipo Apollo.

Chi ci segue sa bene che una quota finale compresa fra 20 e 30 km associata a una velocità finale vicina ai 3 km/s implica la sopravvivenza all'ablazione di una parte del meteoroide originario. In questo caso è stata stimata una massa finale di 160 ± 60 g, pari a una meteorite del diametro di circa 4-5 cm, un oggetto piccolo che però vale la pena cercare. Dove può essere la meteorite?

Il bolide IT20231008T215330 ripreso dalla camera Prisma del Sardinia Radio Telescope. La traccia è molto breve perché la traiettoria era molto inclinata rispetto alla superficie terrestre (Crediti Prisma/INAF).

La posizione del punto iniziale della fase di volo buio, si colloca alle coordinate geografiche Lat. 39,524704° N, Long. 9,381684° E. Questa posizione cade nella periferia del centro abitato di Armungia, paesino di 400 abitanti posto a 65 km da Cagliari.

Per identificare lo strewn field, ossia la zona dove andare alla ricerca della meteorite, bisogna tenere conto della direzione dei venti e della loro velocità al variare della quota rispetto alla superficie terrestre. Per ottenere il profilo atmosferico ci siamo affidati, come sempre, a Raffaele Salerno del centro Meteo Expert. Il risultato dei calcoli fatti dal team di Prisma ci dice che lo strewn field è di forma allungata e si trova a circa 1,1 km a nord-ovest del centro di Armungia. La zona è impervia e ricca di boschi, ma grazie all'alta inclinazione della traiettoria lo strewn field per meteoriti con una massa nel range 50-200 g è lungo solo 800 m e largo ± 200 m, per una superficie totale di 320.000 m². Vicino ad Armungia si trovano le meteoriti leggere da 50 g (Lat. 39,5246° N; Long. 9,3683° E), mentre all'estremità opposta si trovano le meteoriti più massicce, quelle da 200 g (Lat. 39,5308° N; Long. 9,3643°).

Se vi capita di passare nei boschi intorno ad Armungia, date un'occhiata al suolo alla ricerca di sassi di colore molto scuro, opachi e di qualche centimetro di diametro: potrebbe essere la meteorite. In questo caso non toccate niente, fate una foto con lo smartphone, prendete nota delle coordinate Gps e inviate il tutto via email al Project Office di Prisma (prisma_po@inaf.it), i nostri esperti vi risponderanno il prima possibile per dirvi se si tratta di una meteorite e come raccoglierla nel modo più corretto. In alternativa, potete chiamare direttamente il Coordinatore Nazionale di Prisma, Daniele Gardiol dell'Inaf-Osservatorio Astrofisico di Torino al numero 349 197 7591. Buona ricerca!

Lo strewn field (ellisse rossa), associato al fireball IT20231008T215330 cade a poca distanza del paesino di Armungia (Crediti: Prisma/INAF).