Vai al contenuto

La Collaborazione PRISMA celebra un anno di attività: anche se i primi passi erano stati fatti già ad aprile/maggio 2016 con la prima camera installata all’Osservatorio Astrofisico di Pino Torinese possiamo considerare lo scorso settembre il mese dal quale PRISMA ha iniziato a manifestarsi. Da allora, pur essendo trascorso soltanto un anno, la rete PRISMA è cresciuta in modo da sorprendere gli stessi promotori, Mario Di Martino e Daniele Gardiol, arrivando al momento in cui si scrive (settembre 2017) a contare ben 17 camere attive sul territorio italiano e collegate alla rete francese FRIPON che ambisce sempre più a diventare un progetto europeo.
Oltre ai 17 “occhi” già spalancati a caccia di meteore, bolidi e fenomeni dell’alta atmosfera (da ovest ad est: Cuneo, Lignan, Pino Torinese, Felizzano, Genova, Bedonia, Piacenza, Navacchio, Scandiano, San Marcello Pistoiese, Asiago, Medicina, Rovigo, Padova, Isnello, Napoli, Grotte di Castellana) altre 9 camere sono in corso di installazione (Luserna San Giovanni, Finale Ligure, Alessandria, Sormano, Brembate di Sopra, Loiano, Roma (INAF-IAPS), Gorga, Trieste) ed altre 9 sono in fase di acquisto (Vercelli, Cecima, Chianti, Agordo, Savignano sul Rubicone, Camerino, Reggio Calabria, Lecce e Tricase) rendendo possibile quello che all’inizio poteva sembrare un’utopia: entro la fine del 2017 l’Italia potrà essere coperta da 35 camere operative distribuite sul territorio nazionale.
Da qualche giorno potete seguire l’evoluzione del numero di camere installate e la loro situazione grazie a una mappa interattiva che presenta tramite differenti colori l’ubicazione e lo stato delle camere del progetto, il codice assegnato, la descrizione e anche, in caso di camere attive, l’ultima immagine rilasciata dal sistema.
Un ottimo modo per celebrare il primo compleanno della collaborazione.
Auguri e un sincero grazie a tutti coloro che hanno voluto sposare il progetto.

Intorno alle ore 21:30 della serata di sabato 9 settembre, una scia luminosa ha attraversato i cieli del Sud Italia.

Da tutto il Meridione, numerose le segnalazioni di avvistamenti, non senza qualche preoccupazione, di un corpo infuocato, dalle tonalità giallo-verdi, che ha attraversato la volta celeste.

Ecco le immagini captate dalla camera all-sky della rete PRISMA posizionata all'Osservatorio Astronomico Sirio delle Grotte di Castellana diretto da Nicola Rizzi. L'evento registrato si è sviluppato tra le ore 21:35 e 33 secondi e le 21:35 e 39 secondi.

La notte del 12-13 agosto scorso, in corrispondenza con il massimo atteso per le lacrime di San Lorenzo, l’obiettivo a "occhio di pesce” della camera Prisma, installata alla stazione stazione osservativa di Loiano dell’Inaf di Bologna, ha registrato il passaggio dello sciame. Ora un’animazione mostra quelle più luminose.

A questo link il servizio di Media INAF.

 

 

Il Politecnico di Milano è risultato tra i quattro vincitori di SYSNOVA, competizione bandita dall’Agenzia Spaziale Europea (i.e., ESA) per possibili missioni lunari future.

Il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali è capofila di un consorzio che ha proposto la missione LUMIO: Lunar Meteoroid Impact Observer. Il progetto LUMIO si prefigge di usare un CubeSat (i.e., un satellite di piccole dimensioni) posto in un’orbita halo per osservare e monitore gli impatti da meteoroidi sulla superficie lunare.

In occasione dell'Asteroid Day ed in seguito al nostro comunicato numerose riviste e giornali online hanno parlato dell'evento.

Di seguito vi proponiamo una raccolta delle notizie da varie fonti:

 

Era un mini-asteroide di circa mezzo metro di diametro il corpo cosmico che ha provocato la meteora avvistata il 30 maggio scorso sopra i cieli italiani. Gli scienziati della collaborazione PRISMA hanno stimato la zona di caduta di eventuali meteoriti nel territorio compreso fra Padova e Venezia. In occasione dell'Asteroid Day un invito alle popolazioni locali a segnalare eventuali sassi strani o anomali.

La notte del 30 maggio scorso, alle 23:09 ora italiana, una straordinaria meteora luminosa ha solcato i nostri cieli del Nord-Est, viaggiando da sud verso nord. L’evento ha avuto larga eco nei media, a seguito anche dei numerosissimi avvistamenti di testimoni oculari, soprattutto in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.

Gli studi sull’origine, composizione e traiettoria della meteora e le ricerche di eventuali frammenti del bolide sono iniziati subito dopo l’avvistamento da parte della collaborazione PRISMA, promossa e coordinata dall’INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica, e nata alla fine dell’anno scorso proprio per lo studio e il monitoraggio di eventi del genere. PRISMA si avvale di una rete di videocamere installate su tutto il territorio nazionale che sorvegliano il cielo costantemente, 24 ore al giorno; il passaggio della meteora è stato infatti registrato dalle nostre camere di Navacchio (PI), Piacenza e Rovigo.

In vista della fortunata coincidenza del 30 giugno, dichiarato dall’ONU Asteroid Day*, il team di ricerca di PRISMA rende noti i risultati della complessa elaborazione dei dati raccolti in occasione dello straordinario evento del 30 maggio. L’analisi dei dati durante i 7 secondi in cui la meteora è stata visibile ha infatti permesso di definire un dettagliato modello matematico della fase di volo che tiene conto dell’influenza dei venti nella parte terminale “buia” e la zona di possibile caduta di frammenti meteoritici.

I risultati dei calcoli indicano che prima del suo ingresso in atmosfera alla formidabile velocità di 54.000 km/h il meteoroide aveva una massa fra i 50 e i 200 kg, con una dimensione dell’ordine di 30-60 cm. Fortunatamente le riprese delle camere PRISMA, integrate dal contributo fondamentale dato dalle osservazioni delle camere della rete IMTN (Italian Meteor and TLE Network), hanno permesso di concludere che l’oggetto si è in gran parte “sbriciolato” nelle fasi iniziali dell’impatto con l’atmosfera, ad una quota di circa 40 km, provocando molto probabilmente uno “sciame” di piccole meteoriti delle dimensioni di una pallina da golf e del peso di parecchie decine di grammi. In base ai calcoli è da ritenere che alcuni di questi frammenti siano caduti intatti a terra in una zona compresa fra i paesi di Piove di Sacco (PD) e Bojon, nel comune di Campolongo Maggiore (VE), dove potrebbe essere caduto il residuo principale del corpo cosmico (si veda la mappa allegata).

L'aspetto esteriore di queste meteoriti è quello di un sasso ricoperto da una crosta sottile e lucida, molto scura, come se fosse “bruciato”; la forma è generalmente squadrata ma con gli spigoli arrotondati. Il colore interno del “sasso”, visibile dove la crosta è rotta o mancante, è in genere di colore grigio chiaro. Soppesandolo, dà quasi sempre la sensazione di essere più pesante di un sasso terrestre delle medesime dimensioni.

Dati l’estremo valore scientifico e l’importanza di un possibile ritrovamento in tempi brevi di queste meteoriti (prima che vengano contaminate dall’ambiente terrestre) invitiamo la popolazione delle zone interessate a segnalarci eventuali sassi (o ritrovamenti di altra natura) sospetti che venissero rintracciati sul terreno.

 

Poiché molta della superficie della possibile zona di caduta è interessata da varie coltivazioni, chiediamo ai proprietari di ispezionare i campi subito dopo il raccolto e prima della successiva aratura. Se dopo il raccolto non avete il tempo per ispezionare il campo, vi preghiamo di contattarci  e saremo ben lieti di farlo per voi. Le meteoriti sono oggetti molto rari, di grandissimo valore scientifico e dobbiamo fare il massimo per tentare di recuperarle.

Le segnalazioni possono essere inviate all’attenzione del team scientifico dell’INAF/PRISMA all'indirizzo e-mail: prisma_po@inaf.it

 

*Asteroid Day è una ricorrenza sancita dall’ONU a livello internazionale per ricordare ogni anno l’anniversario dell’impatto avvenuto a Tunguska, in Siberia, il 30 giugno 1908 e promuovere la consapevolezza del rischio di impatti con la Terra da parte di asteroidi o comete.

La notte del 30 maggio un bolide luminoso ha attraversato i cieli dell’Italia nord-orientale da sud verso nord. L’evento è stato rilevato da tre camere a grande campo della neonata rete PRISMA (Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e dell’Atmosfera) e da 4 camere dell’IMTN (Italian Meteor and TLE Network). Grazie all’elaborazione congiunta di questi dati effettuata in collaborazione con astronomi della rete gemella francese FRIPON (Osservatorio di Parigi), è stato possibile determinare la traiettoria con una buona precisione e delimitare l’area della possibile caduta di frammenti del corpo cosmico.

Appena ottenuti i risultati del probabile punto di impatto un gruppo di astronomi dell’INAF-Osservatorio Astrofisico di Torino e dell’Osservatorio della Valle d’Aosta (OAVdA), coadiuvati dal Presidente della associazione Meteoriti Italia, Umberto Repetti, hanno effettuato una perlustrazione nella zona. Una ricognizione aerea era già stata effettuata dal collega e pilota Prof. Roberto Ragazzoni dell'INAF-Osservatorio Astronomico di Padova. È subito apparso chiaro che la ricerca di meteoriti su un terreno densamente coltivato con macchie di bosco e numerosi canali sarebbe risultata molto difficile perché ci si aspettano frammenti meteoritici di piccole dimensioni.

(Foto: Albino Carbognani)

Nel corso della perlustrazione sono state interpellate diverse persone del luogo per raccogliere eventuali testimonianze. Moltissimi, infatti, sono stati gli avvistamenti e le segnalazioni di questo evento agli Osservatori astronomici, ai quotidiani, ai media in generale, causato con tutta probabilità da un piccolo corpo cosmico (meteoroide) che, interagendo con l’atmosfera ad altissima velocità (decine di km al secondo), genera il fenomeno luminoso chiamato meteora (o “stella cadente”). Spesso l’atmosfera consuma completamente questi piccolissimi corpi celesti ma, nei casi più eclatanti, qualcosa può cadere a terra ed essere ritrovato. In tal caso si parla di meteoriti.

La collaborazione PRISMA, promossa e coordinata dall’INAF, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, è nata alla fine dell’anno scorso proprio per lo studio e il monitoraggio di eventi del genere, cioè il passaggio di bolidi (meteore molto luminose, proprio come quella del 30 maggio) e il manifestarsi di altri fenomeni che avvengono nell’alta atmosfera, tramite una rete di videocamere installate su tutto il territorio nazionale che sorvegliano il cielo costantemente, 24 ore al giorno. A PRISMA partecipano infatti non soltanto Osservatori Astronomici, ma anche Planetari, associazioni, istituti scolastici, ecc..

A tutt’oggi la ricerca al suolo non ha dato risultati ma l’esperienza è stata molto utile al fine di organizzare successive campagne di ricerca di eventuali frammenti.

Vi preghiamo pertanto di diffondere la notizia presso il pubblico, invitando i cittadini dell’area compresa nella zona di massima probabilità di caduta a segnalare all’indirizzo indicato in calce eventuali rocce o frammenti metallici che trovassero sui loro terreni di proprietà o altrove e che sembrino ai loro occhi strane o anomale perché potrebbe trattarsi di pezzi o di frammenti del meteorite che stiamo cercando.

Nei giorni scorsi una roccia, rivelatasi poi un falso allarme, è già stata segnalata come possibile meteorite. È importante che eventuali reperti dubbi vengano esaminati da un esperto, capace di riconoscere se la roccia sospetta può provenire dal cielo o se si può già escludere da un esame preliminare, anche attraverso un’immagine fotografica, la sua origine meteorica.

In ultimo, specifichiamo che non esiste nessun pericolo per la salute o altro derivante dal ritrovamento della presunta meteorite, che in sostanza è un pezzo di roccia inerte. L’interesse è puramente scientifico e da questo punto di vista sarebbe importante non lasciar passare troppo tempo dal ritrovamento all’esame mineralogico in quanto si rischia che le peculiarità della meteorite, esposta all’atmosfera terrestre e/o al terreno,  vengano velocemente perse o alterate in modo irrimediabile.

In caso di potenziali ritrovamenti si prega inviare immagini e segnalazioni al Project Office del progetto PRISMA all’indirizzo:

prisma_po@inaf.it