Per la prima volta negli ultimi 30 anni, una meteorite di circa 300 grammi è stata recuperata dopo essere precipitata nel vialetto di una casa nel Gloucestershire (Regno Unito). Dalle prime analisi sembra trattarsi di una condrite carbonacea.
La notte del 28 febbraio, poco prima delle 22, nel sud-ovest dell’Inghilterra, una palla di fuoco ha attraversato il cielo notturno. Della durata di circa sei secondi, il lampo luminoso è stato segnalato da centinaia di persone mentre veniva registrato da numerose videocamere stradali, dash cam per auto e ripreso dalla UK Fireball Alliance (UKFAII), una collaborazione tra le sei reti di telecamere per l’osservazione di meteore e bolidi dislocate in tutto il Regno Unito. Anche le tre camere SCAMP (Cardiff, Manchester e Honiton) della rete internazionale FRIPON di cui PRISMA è partner hanno registrato il fenomeno. I numerosi dati degli avvistamenti hanno permesso di circoscrivere l’area di caduta della meteorite a circa 400 metri.
I frammenti di questa meteorite, molto scura e del peso di poco meno di 300 grammi, sono stati poi recuperati lunedì mattina, quindi a circa 12 ore dalla caduta, in un giardino domestico nella città di Winchcombe, nel Gloucestershire, e portati al Museo di Storia Naturale di Londra per essere analizzati e studiati. È probabile quindi che alla meteorite verrà assegnato il nome ufficiale della località del ritrovamento (“Winchcombe”), come è tradizione nel caso del rinvenimento al suolo delle meteoriti.
Ciò che rende ancora più speciale l’accaduto è che dalle prime analisi sembra che si tratti di una condrite carbonacea, un tipo molto raro e prezioso in quanto queste rocce cosmiche sono costituite da una miscela di minerali e composti organici primordiali risalenti alle prime fasi di formazione del Sistema Solare, inclusi i mattoni della vita: gli amminoacidi.
Ad esempio, all’interno delle condriti carbonacee più note, Allende e Murchison, sono stati rinvenuti, oltre a numerosi composti organici complessi, anche degli amminoacidi. Ciò rende questo tipo di meteoriti i materiali più primitivi e incontaminati del Sistema Solare e possono fornire informazioni uniche su alcuni composti che sono stati alla base dello sviluppo di forme biologiche sul nostro pianeta.
La prof. Sara Russell, una ricercatrice del Museo di Storia Naturale londinese, che studia le meteoriti, ha affermato che “Ci sono circa 65.000 meteoriti conosciute in
tutto il mondo, e di queste solo 51 sono condriti carbonacee… È quasi sbalorditivo, perché stiamo lavorando alle missioni spaziali come Hayabusa2 e OSIRIS-Rex che sono andate a prelevare campioni dagli asteroidi nello spazio e questa roccia sembra essere esattamente come il materiale che hanno raccolto le due sonde”.
Un anno fa, in questi giorni, molte persone erano alla ricerca dei frammenti della meteorite di Capodanno.
Per festeggiare l'anniversario condividiamo il Comunicato Stampa dell'INAF:
Il 4 gennaio del 2020, vennero ritrovati due frammenti di meteorite in zona Disvetro-Rovereto sul Secchia, in provincia di Modena. Fu quello il primo rinvenimento sul territorio italiano di meteoriti in un’area indicata grazie a osservazioni del bolide apparso tre giorni prima, la sera di capodanno, e ai relativi calcoli della possibile zona di impatto a terra di frammenti meteoritici. Osservazioni e calcoli che sono stati effettuati dalla rete PRISMA (Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e dell’Atmosfera), una collaborazione
promossa e coordinata dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). A un anno dal ritrovamento dei due frammenti della meteorite, che nel frattempo è stata ufficialmente denominata “Cavezzo” dal nome del luogo dove sono stati individuati, arrivano i primi risultati scientifici, pubblicati in un articolo sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Lo studio ricostruisce con grande precisione gli ultimi secondi del lunghissimo viaggio interplanetario di quella meteorite, dal suo ingresso nell’atmosfera terrestre fino all’impatto al
suolo.
Tutto inizia il pomeriggio del 1° gennaio 2020, alle ore 18:26:54 Ut (le 19:26:54 in Italia), a partire da 76 chilometri di altezza, quando il fortissimo attrito con gli strati alti dell’atmosfera terrestre “accende” il bolide osservato da molti testimoni oculari, comprese otto delle oltre cinquanta camere all-sky di PRISMA. La velocità di ingresso è stato calcolata essere di 44 mila chilometri all’ora: in appena 5,6 secondi il corpo celeste ha percorso 59 chilometri e raggiunto una quota di 21,5 chilometri. I ricercatori di PRISMA, partendo dai resti recuperati, sono riusciti a calcolare sia la massa del meteoroide prima dell’arrivo sul nostro pianeta, stimata in circa 4
chilogrammi, che quella residua arrivata a terra, stimata in 1,5 kg. Poiché i due frammenti raccolti superano di poco i 50 grammi, potrebbero ancora esserci dei resti di meteorite sparsi nella zona di caduta. Secondo i ricercatori, l’energia rilasciata nell’ingresso in atmosfera è stata equivalente a quella rilasciata dall’esplosione di 70 chili di tritolo.
Lo studio a ritroso della traiettoria della meteorite Cavezzo suggerisce che la sua orbita è tipica di un asteroide Near Earth che si spinge fino alla zona interna della fascia degli asteroidi, situata tra Marte e Giove. Il confronto con i dati di oggetti simili già catalogati ha identificato che uno di questi asteroidi, denominato 2013 VC10, potrebbe essere quello da cui si è staccato il pezzo che ha dato origine al meteorite Cavezzo.
“L’importanza di questo ritrovamento è molteplice” dichiara Daniele Gardiol dell’INAF di Torino e coordinatore nazionale della rete PRISMA. “Innanzitutto, oltre a essere il primo di questo tipo in Italia, è ad oggi il più impegnativo in termini di dimensione del meteoroide associato all’evento, molto più piccolo dei 35 casi finora accreditati a livello mondiale. In secondo luogo si tratta di un successo condiviso da astronomi professionisti e amatoriali, oltre che da semplici cittadini: molti infatti hanno partecipato alla caccia alla meteorite lanciata un anno fa anche da Media INAF. Questo fatto – prosegue Gardiol – è riflesso nell’articolo, che vede la partecipazione di molti autori, sia dell’INAF che appartenenti a osservatori amatoriali, università, ma anche planetari, associazioni, istituti scolastici. E poi perché, dalle analisi dei frammenti ritrovati, è emerso che Cavezzo è una meteorite particolare, unica finora nel suo genere e per questo ufficialmente catalogata come ‘condrite anomala’. Gli studi sono ancora in corso, un articolo dedicato alle analisi è in via di pubblicazione e altri sono in arrivo.
Sicuramente Cavezzo non ci ha ancora svelato tutte le sorprese sulla sua natura e origine”.
La rete Prisma
Il progetto Prisma, promosso dall’INAF, è basato su una rete di videocamere all-sky, installate in diverse località del territorio italiano, da dedicare all’osservazione di meteore brillanti – i cosiddetti “bolidi” – con il fine di determinare le orbite degli oggetti che le provocano e delimitare con un buon grado di approssimazione le aree dell’eventuale caduta di meteoriti, che può essere associata a questi eventi.
La cosiddetta “prima luce”, cioè il debutto operativo del progetto, è avvenuto all’inizio del mese di marzo 2017. Attualmente sono installate e in funzione oltre cinquanta videocamere su tutto il territorio nazionale, acquistate da diversi enti (tra cui alcune grazie al sostegno della Fondazione CRT, che supporta il progetto nel suo complesso), tutte con le stesse caratteristiche in modo da rendere scientificamente confrontabili i dati da esse acquisiti. Fanno parte della rete oltre 60 enti e associazioni pubbliche e private di varia tipologia (osservatori astronomici professionali e amatoriali, dipartimenti universitari, istituti scolastici, associazioni
culturali).
L’obiettivo finale del progetto è quello di creare una rete di stazioni osservative, con maglie che non superino i 100 km di ampiezza, che si estenda su tutta l’Italia e che coinvolga soggetti pubblici e privati impegnati nella ricerca scientifica, nella divulgazione della scienza, nell’insegnamento. La rete, seppure ancora in fase di ulteriore sviluppo, già si interconnette con un analogo programma internazionale già in funzione in alcuni paesi europei, tra cui Francia, Germania e Olanda.
Terzo incontro, di studio e confronto, promosso dal progetto PRISMA e aperto a tutte le realtà professionali, amatoriali ed educative attive sul territorio nazionale nell’ambito di meteore e meteoriti. Sarà una nuova occasione per incontrarsi ed aggiornarsi sui progressi del progetto e le sue realtà locali.
A causa dell'attuale situazione di emergenza sanitaria, l'incontro si svolgerà in modalità esclusivamente telematica, utilizzando la piattaforma Google Meet. Il programma si articolerà su due pomeriggi (h15-18) nei giorni 10-11 Dicembre 2020. Parleremo anche del ritrovamento della meteorite Cavezzo, recente successo del progetto PRISMA.
Su richiesta, verrà fornito un attestato di partecipazione all'evento.
La collaborazione Prisma ha aggiunto altri “occhi” alla sua rete diffondendosi in Italia centrale e colmando così un gap importante del progetto che monitorando le meteore più luminose punta a tracciare le loro traiettorie e a recuperare eventuali meteoriti sul suolo italiano. Le nuove camere, installate di recente, permetteranno di coprire un’ampia zona del territorio e di stringere ancora di più le “maglie” della rete nazionale evitando che fenomeni significativi passino inosservati.
La dimostrazione che tutto sta funzionando si è avuto ieri notte quando ben sei camere di Prisma hanno catturato un bolide che ha attraversato i cieli italiani alle 02h e 34m dei nostri orologi. Fra esse, appunto, anche quelle di Roma, Perugia e del Sardinia Radio Telescope (SRT) che vanno a garantire una copertura della fascia centrale del nostro Paese.
In realtà, l’avvistamento di meteore in questo periodo dell’anno non deve sorprendere perché la Terra si trova ad attraversare in questi giorni una nube di polveri cometarie, lasciata in orbita dalla cometa Tempel-Tuttle, che da origine allo sciame delle cosiddette “Leonidi” che presentano un picco annuale proprio attorno al 17 novembre.
Nella notte di ieri, infatti, anche un’altra detection ha allertato le camere di Prisma. Alle 03h 28m quattro camere della Toscana e quella ubicata a Finale Ligure hanno registrato il passaggio di una meteora luminosa avvistata anche da alcune camere della rete francese Fripon.
Proprio grazie a Prisma era stato possibile rinvenire nei primi giorni dell’anno la meteorite “Cavezzo” nei pressi di Modena che attualmente è in fase di studio da parte degli esperti e che a breve sarà oggetto di alcune pubblicazioni scientifiche.
Perché l’avvistamento di un bolide è solo il primo passo di un lungo processo che conduce a una migliore conoscenza di asteroidi e comete, corpi primordiali rimasti pressoché inalterati fin dalle origini del Sistema Solare e che probabilmente hanno portato sulla Terra l’ingente quantità di acqua che attualmente copre oltre il 70% della superficie del nostro pianeta.
Ci viene segnalato da più parti un brillante bolide visibile nei cieli dell'Italia centrale questo pomeriggio tardi, circa alle ore 17:46 (16:46 Tempo Universale). Segnalazioni visuali si stanno accumulando sul nostro sito provenienti da Campania, Emilia Romagna, Toscana, Basilicata, Lazio, Abruzzo, Puglia. Dalla stima della traiettoria effettuata utilizzando queste osservazioni visuali la meteora sembrerebbe localizzata sul Mare Adriatico, all'altezza di Civitanova Marche.
La brillante meteora è stata rilevata anche da alcune telecamere della rete PRISMA, stiamo lavorando per calcolare la traiettoria precisa.
Invitiamo chi avesse avuto la fortuna di osservare il bolide a fare la sua segnalazione cliccando sul link qui a fianco sul link SEGNALA UN BOLIDE seguendo la procedura guidata.
Il nome: “CAVEZZO” fa riferimento al luogo dove sono stati ritrovati i frammenti, in provincia di Modena.
La classificazione: si tratta di una Condrite L5, cioè con basso contenuto di ferro, che presenta però delle caratteristiche peculiari tali da essere considerata anomala. È finora unica nel suo genere tra le oltre 64.000 meteoriti catalogate.
«La particolarità di questa meteorite è dovuta a vari fattori tra cui la forte dicotomia fra la composizione dei silicati e la esigua quantità di metallo nonché la rilevante presenza di clinopirosseni. Ma la caratteristica più sorprendente è la marcata differenza minero-petrografica che si riscontra nei due frammenti rinvenuti» sottolinea Giovanni Pratesi, geologo dell’Università di Firenze, responsabile delle analisi di laboratorio effettuate sui campioni di “Cavezzo”.
«Cavezzo è la prima meteorite italiana tra le appena venti al mondo recuperate grazie a precisi calcoli effettuati da un sistema di sorveglianza dedicato. Questo già di per sé rende il ritrovamento un evento di eccezionale importanza scientifica» dice Daniele Gardiol, dell’INAF di Torino e Coordinatore nazionale della rete PRISMA. «Sapere che si tratta inoltre di una meteorite molto rara ci riempie ancora di più di orgoglio e soddisfazione».
I calcoli per il ritrovamento della meteorite e i risultati delle analisi di laboratorio sono oggetto di due articoli in corso di pubblicazione su riviste scientifiche specializzate di rilevanza internazionale.
Elenchiamo di seguito i principali articoli comparsi su alcune testate giornalistiche on-line e servizi TV e Radio relativi al Bolide e al ritrovamento della Meteorite di Capodanno grazie ai calcoli della nostra rete.
In molti ci chiedono quale sia il destino dei due frammenti della meteorite di Capodanno, recuperati tramite le indicazioni della nostra rete.
Attualmente si trovano presso i Laboratori del Dipartimento di Scienze della Terra e del Museo di Storia Naturale dell'Università degli Studi di Firenze. La ricerca sarà coordinata da Giovanni Pratesi in collaborazione con Vanni Moggi Cecchi e gli altri colleghi di PRISMA con specifiche competenze.
Ecco in dettaglio le misure a cui saranno sottoposti i campioni per determinarne le caratteristiche e la classificazione:
saranno pesati con una bilancia di precisione e fotografati a vari ingrandimenti
sarà determinata la densità con una bilancia di Mohr-Westphal
sarà realizzata una scansione 3D con uno scanner a luce strutturata
su una sezione sottile petrografica saranno determinate le caratteristiche petrografiche, tra cui il tipo petrologico, la tipologia e dimensione delle condrule, il grado di shock
analisi SEM (Microscopio Elettronico a Scansione) e EDS (Spettrometria per Dispersione di Energia) saranno invece utilizzate per studiare la tessitura fine, la mineralogia modale e per effettuare mappe a raggi X.
la cristallochimica delle fasi maggiori e minori sarà investigata attraverso microanalisi WDS (Wavelength Dispersive X-Ray)
l'analisi composizionale bulk sarà invece ottenuta con le tecnica XRF (X-ray fluorescence spectroscopy) per gli elementi maggiori e minori e con ICP-MS (spettrometria di massa a plasma accoppiato induttivamente) per le tracce.
misure con spettroscopia di riflettanza VIS-NIR saranno condotte, presso l'INAF- IAPS, da Cristian Carli.
la formula isotopica dell'ossigeno sarà determinata presso la Open University da Richard Greenwood e Ian Franchi.
presso il Laboratorio del Monte dei Cappuccini dell'INAF-Osservatorio Astrofisico di Torino sotto la supervisione di Carla Taricco verrà misurato lo spettro in raggi gamma per determinare l'abbondanza di radioisotopi cosmogenici, la dimensione del corpo progenitore e la profondità del frammento in esso
saranno effettuate misure su radionuclidi per determinare la cosiddetta CRE (cosmic ray exposure) e su isotopi stabili per comprendere al meglio gli aspetti genetici della meteorite.
uno studio sulla crosta di fusione permetterà inoltre di caratterizzare i processi di transito e di frammentazione in atmosfera che hanno interessato questo meteorite.
Sono due i frammenti recuperati fino a ora, in zona Disvetro-Rovereto sul Secchia, in provincia di Modena, ai limiti dell’area indicata dai calcoli effettuati dalla rete Prisma promossa e coordinata dall'Istituto Nazionale di Astrofisica.
È la prima meteorite italiana ritrovata con un metodo sistematico.
La sera del 1° gennaio 2020 doppia rilevazione per la rete PRISMA, a distanza di un'ora e mezza circa.
Il primo bolide alle 19:26 circa ora locale, è stato rilevato da 8 camere PRISMA (ASIAGO, PADOVA, ROVIGO, FELIZZANO, LOIANO, CECIMA, NAVACCHIO, BEDONIA). Si è trattato di un bolide molto brillante localizzato nella zona tra Reggio Emilia e Mirandola.
Il secondo alle 20:51 sempre in Emilia non lontano da Bedonia segnalato da 6 camere (ASIAGO, BREMBATE DI SOPRA, CECIMA, ALESSANDRIA, NAVACCHIO, BEDONIA).
Numerose anche le segnalazioni visuali che si stanno accumulando sul sito dedicato prisma.imo.net