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Il 31 luglio 2019, circa alle 21 di ora estiva, un brillante bolide di colore verde smeraldo ha fatto la sua breve comparsa nel cielo della Corsica. Essendo il cielo ancora molto chiaro perché il fireball è stato contemporaneo con il tramonto del Sole e l'inizio del crepuscolo, le camere del progetto PRISMA non erano ancora in modalità "detection", quindi non abbiamo i dati necessari per una triangolazione accurata.

In compenso, all'IMO (International Meteor Organization), sono arrivate ben 80 segnalazioni visuali, in parte anche attraverso il sito di PRISMA. Le segnalazioni per lo più provengono dalla Corsica (come è logico aspettarsi), ma anche dalla Sardegna, dal Lazio, dalla Toscana e dalla Lombardia. Secondo le osservazioni visuali, la traccia del bolide proiettata sulla superficie terrestre, è stata percorsa da nord-ovest verso sud-est. Purtroppo non è possibile dire di più, quindi non conosciamo la velocità media del bolide o la sua inclinazione sull'orizzonte quindi non si può dire niente dell'orbita e dell'origine del meteoroide che ha originato il fireball.

Figura 1 - Un ingrandimento della mappa di Google Maps che mostra le numerose osservazioni raccolte dalla Corsica e la traiettoria del bolide proiettata al suolo (credits: IMO).

Tuttavia non tutto il male viene per nuocere. Infatti, il cielo ancora chiaro ha permesso a diversi testimoni di osservare la scia di fumo lasciata dietro di se dal meteoroide in dissolvimento durante la caduta in atmosfera (Fig. 2). La scia è rimasta visibile per alcuni minuti, poi è stata distorta e dissolta dai venti dell'alta atmosfera. Dalle dimensioni della parte superiore del fumaiolo in primo piano e dalla distanza di ripresa di circa 70 m, si può stimare una lunghezza angolare della scia del bolide di circa 10°, ossia come circa 20 lune piene messe in fila.

Figura 2 - La scia di fumo biancastra lasciata dal bolide del 31 luglio 2019 ripresa dal porto di Olbia è ben visibile al di sopra del fumaiolo del traghetto Moby Otto (credits: Manuel De Paolis).

 

La sera del 10 maggio 2019 alle 20:47 tempo di Greenwich (22:47 ora italiana), un brillante bolide di magnitudine apparente -7 è stato ripreso dalle camere PRISMA di Trieste, Rovigo e Ponte in Valtellina. Visto da queste camere, il bolide ha seguito una traiettoria quasi parallela all'orizzonte, con un'altezza compresa fra 20° e 30°.  L'IMO (International Meteor Organization) con cui collaboriamo, ha raccolto ben 27 testimonianze visuali di cui 5 da persone che hanno fatto riferimento al sito web di PRISMA.

Dai dati raccolti dalle camere PRISMA è possibile tracciare un quadro completo di quello che è stato visto nei cieli dell'Italia settentrionale la sera del 10 maggio.

Figura 1 - Il bolide del 10 maggio 2019 ripresa dalla camera PRISMA dell'INAF - Osservatorio Astronomico di Trieste. La traiettoria è bassa sull'orizzonte con verso di percorrenza da ovest verso nord.
Figura 2 - La curva di luce del bolide ripresa dalla camera PRISMA di Trieste. Fra i 7 e gli 8 secondi dopo l'inizio della ripresa del bolide c'è stato un aumento di luminosità (flare) che è arrivato fino alla magnitudine -7.

Dal punto di vista fisico il bolide è stato generato da un piccolo meteoroide avente una massa di appena 10 g e dimensioni di un paio di cm al massimo. Questo meteoroide è entrato nell'atmosfera ad una velocità ipersonica di quasi 19 km/s. Per confronto un aereo come il "Concorde" viaggia ad appena 0,6 km/s: circa 32 volte più lento!

L'elevata energia cinetica abbinata all'interazione con l'atmosfera ha generato la brillante scia di plasma che è stata vista dal suolo. Il bolide, battezzato IT20190510, è stato osservato a partire da 87,4 km di quota fino a 54 km dove, alla fine, si è frammentato. Fra queste due quote il fireball ha percorso in atmosfera una traiettoria lunga ben 215 km, inclinata di soli 10° rispetto al piano orizzontale: è proprio grazie a questo moto particolare - quasi radente - che è stato visto da parecchi testimoni al suolo. Nel complesso, IT20190510 ha impiegando 12,54 s per percorrere il suo cammino, muovendosi alla velocità media di 17 km/s.

La direzione del moto del bolide era orientata da sud-ovest verso nord-est. In Italia il fireball è passato sul Trentino-Alto Adige, allo zenit di Predazzo, Moena, Ortisei e Bressanone, poi ha attraversato l'Austria ed ha terminato la sua corsa in Germania. Nei cieli di questo paese il meteoroide è esploso esattamente sulla verticale del paesino di Sochtenau, che si trova a sud-est di Monaco di Baviera.

Figura 3 - La triangolazione di IT20190510 visualizzata con Google Earth. L'inizio del fenomeno è sul nord Italia, la sua fine è in Germania.

La velocità pre-atmosferica del meteoroide era di 18,7 ± 1,3 km/s cui corrisponde un'orbita eliocentrica inclinata di ben 16° sull'Eclittica, con perielio a 0,95 UA (interno all'orbita terrestre) e afelio a 5,90 UA, poco oltre l'orbita di Giove. La probabilità che l'orbita eliocentrica sia iperbolica è solo dell'1% quindi era un corpo che apparteneva sicuramente al Sistema Solare. Probabilmente era un meteoroide di origine cometaria.

Figura 4 - L'orbita eliocentrica del bolide del 10 maggio 2019.

La sera del 7 maggio 2019 alle ore 19:42 UT (21:42 ora estiva) un bolide ha fatto la sua comparsa nei cieli italiani. Il fenomeno è stato visto da numerosi testimoni occasionali che ne hanno fatto segnalazione usando il form dell'IMO da cui si accede attraverso il sito di PRISMA. Un grazie ai testimoni visuali per la sempre gradita collaborazione!

Il bolide è stato ripreso anche dalla camera PRISMA dell'INAF-Osservatorio Astrofisico di Arcetri e da quella dell'Osservatorio Astronomico di San Marcello Pistoiese, gestito dagli astrofili del GAMP.  Anche se il bolide era basso sull'orizzonte di sud-ovest, ossia in una posizione difficile da misurare, siamo riusciti ad ottenere un quadro abbastanza esauriente del fenomeno. Ecco il quadro che ne esce usando i dati delle camere PRISMA.

Figura 1 - Il bolide IT20190507 ripreso dalla camera PRISMA dell'INAF-Osservatorio Astrofisico di Arcetri. Il bolide è visibile come una lunga scia luminosa in alto a sinistra.

Il meteoroide progenitore di IT20190507 era un piccolo corpo del diametro di circa 3 cm e una massa di soli 54 g. Il bolide è stato ripreso da 71 fino a 41 km di quota e in atmosfera ha percorso una traiettoria inclinata di 18° sul piano orizzontale alla velocità media di 20 ± 3 km/s. Quasi tutta la traiettoria è stata percorsa sul Mar Tirreno, dall'azimut 108° (sud-est), verso le Bocche di Bonifacio e la Corsica. In totale il fenomeno è durato 4,6 s con una mag assoluta al massimo di luminosità pari a -4,6 ± 0.1 mag. La durata relativamente lunga del fenomeno ne ha favorito l'osservazione visuale. La curva di luce osservata è abbastanza regolare, non ci sono state frammentazioni se non un piccolo flare a t=0,7 s dall'inizio delle osservazioni. Il meteoroide si è consumato tutto, al suolo non è arrivato nulla.

Figura 2 - La traiettoria di IT20190507 visualizzata con Google Earth. Il bolide si è esaurito sulla Corsica.
Figura 3 - La magnitudine assoluta del bolide in funzione del tempo. L'intero evento è durato circa 4,6 secondi. Se si esclude in piccolo flare a t=0,7 secondi, la curva di luce è abbastanza regolare, quindi il meteoroide non ha subito frammentazioni significative.
Figura 4 - La velocità osservata in atmosfera in funzione del tempo mostra un andamento regolare con un valore medio di circa 20 km/s.

Secondo i calcoli eseguiti con il nostro modello dinamico, la velocità pre-atmosferica del meteoroide era di 23 ± 1 km/s a cui corrisponde un'orbita eliocentrica tipicamente asteroidale. Il semiasse maggiore infatti risulta di 1,20 ± 0,09 UA, con un'eccentricità di 0,58 ± 0,04. Quindi l'orbita del meteoroide, a bassa inclinazione sull'Eclittica (β = + 2°), è compresa fra le 0,5 e le 1,9 UA. Il meteoroide progenitore arrivava dalla zona interna della Fascia Principale degli asteroidi e, considerata la facilità con cui è stato ablaso dall'atmosfera, doveva trattarsi di un corpo di natura rocciosa.

Figura 5 - L'orbita eliocentrica osculatrice indica nella zona interna della Fascia Principale degli asteroidi l'origine del meteoroide che ha originato IT20190507. In magenta sono indicate le orbite dei cloni compatibili con le osservazioni (e quindi l'incertezza dell'orbita).

Alle 00:35 UT di lunedì 29 aprile 2019, un brillante bolide ha fatto la sua comparsa nel cielo della Campania.  Il bolide è stato ripreso dalle camere PRISMA di Capua, Castellana Grotte e Tricase. Dall'analisi dei dati si è potuto stabilire che il bolide è passato sopra la penisola sorrentina ed ha terminato la sua corsa in atmosfera sulla verticale del Golfo di Napoli, davanti al Vesuvio.

Figura 1 - La traiettoria di IT20190429, sia in atmosfera sia proiettata al suolo, ricostruita utilizzando i dati delle camere PRISMA di Capua, Castellana Grotte e Tricase.

Il bolide è stato ripreso dalle camere all-sky di PRISMA fra i 95 e i 48 km di quota. Durante la discesa verso il suolo il meteoroide ha mantenuto una traiettoria inclinata di 37° sull'orizzonte, con una velocità media moderatamente elevata, circa 28 km/s. La durata del bolide è stata di 2,87 s durante i quali ha percorso circa 77 km.

Analizzando la traiettoria in atmosfera risulta che il meteoroide progenitore doveva avere una massa di circa 1,5 kg con un diametro dell'ordine di 10 cm. Un discreto meteoroide che, a causa dell'elevata velocità, si è consumato interamente prima di arrivare al suolo.

Figura 2 - L'orbita eliocentrica nominale del meteoroide progenitore del bolide IT20190429. L'afelio, ossia il punto dell'orbita più lontano dal Sole, si colloca fra le orbite di Giove e Saturno.

Dopo l'analisi della traiettoria molto interessante è anche la ricostruzione dell'orbita attorno al Sole. La velocità eliocentrica del meteoroide, ossia la velocità rispetto al Sole, era di circa 38 ± 2 km/s. Un valore abbastanza elevato che porta l'orbita eliocentrica nominale ad avere un afelio a 8 UA dal Sole, fra le orbite di Giove e Saturno. L'orbita era a bassa inclinazione sull'eclittica, circa 5,5°, con un perielio a sole 0,37 UA dal Sole, ossia appena all'interno dell'orbita di Mercurio. Con un'orbita di questo tipo l'escursione termica sperimentata dal meteoroide era notevole: dai circa 400 °C all'altezza di Mercurio si portava ai circa -200 °C all'altezza di Saturno con un'escursione di circa 600 °C. Considerata l'eccentricità di 0,9 probabilmente era un meteoroide di tipo cometario.

Fra tutti i bolidi di cui vi abbiamo dato notizia in queste pagine questo è speciale. Si tratta infatti del primo evento rilevato e triangolato da due camere PRISMA dell'Italia meridionale: quella che si trova presso il Dipartimento di Matematica e Fisica dell'Università del Salento (Lecce) e quella presso l'Osservatorio Astronomico "Sirio" di Castellana Grotte, la cui principale attività è la didattica e la divulgazione dell'astronomia.

Il bolide pugliese è stato un evento breve, ha avuto una durata di poco meno di 1 s, che si è verificato alle 00:51:37 UT del 12 aprile 2019. Il bolide ha percorso una traiettoria lunga circa 20 km e inclinata di 41° rispetto al piano orizzontale locale, passando rapidamente da 92 a 78 km di quota. La velocità media non era molto elevata, circa 22 km/s. Il bolide proveniva da una direzione con azimut di 227°, quindi si è mosso da sud-ovest verso nord-est. Dalle immagini ripresa dalle stazioni PRISMA si vede un intenso flare finale, quindi il meteoroide si è disintegrato alla fine della traiettoria osservata. La disintegrazione del meteoroide è confermata anche da una forte dispersione dei valori della velocità finale.

L'orbita eliocentrica nominale del meteoroide progenitore indica un oggetto che si muoveva a bassa inclinazione sull'eclittica (3,3°), con semiasse maggiore di 3,2 UA ed eccentricità di 0,79: l'afelio si colloca poco oltre l'orbita di Giove. Probabilmente si è trattato di un piccolo e debole frammento cometario che ha terminato la sua esistenza nell'atmosfera terrestre.

Figura 1 - Immagine del bolide del 12 aprile 2019 ripreso dalla stazione PRISMA del Dipartimento di Matematica e Fisica dell'Università del Salento (Lecce). Ben visibile il flare finale che ha segnato la disintegrazione del meteoroide.
Figura 2 - Il risultato della triangolazione fra la stazione PRISMA di Castellana Grotte (Bari) e quella di Lecce.
Figura 3 - La quota del bolide pugliese in funzione del tempo. L'evento è durato poco meno di 1 s mentre il bolide percorreva circa 20 km in atmosfera.
Figura 4 - L'orbita nominale eliocentrica del meteoroide progenitore del bolide del 12 aprile 2019 ha l'afelio all'altezza dell'orbita di Giove.

Il 27 marzo 2019 alle 23:26:15 UT un brillante bolide ha fatto la sua comparsa nei cieli del nord Italia. Il bolide è stato ripreso da ben 13 camere della rete PRISMA: Padova, Brembate di Sopra, Savignano, Medicina, Piacenza, Navacchio, Arcetri, Bedonia, Rovigo, Trieste, Ponte in Valtellina, Felizzano e San Marcello Pistoiese. Grazie ai numerosi dati raccolti, è stato possibile tracciare l'identikit del fenomeno.

Figura 1 - Immagine del bolide ripresa dalla camera PRISMA di Padova (ITVE01). Il nord è in basso e l'est a sinistra. Nella fase finale della traiettoria il bolide ha presentato un flare, probabilmente in seguito alla disintegrazione del corpo principale.

 

Il meteoroide progenitore responsabile del bolide, con una massa stimata dell'ordine di alcuni grammi, è entrato in atmosfera ad una velocità elevata, circa 65 km/s, con una inclinazione di 26° rispetto al piano orizzontale. Il bolide, visibile allo zenit della parte meridionale del lago di Garda, è stato ripreso dalle camere di PRISMA a partire dai 110 km di quota e, dopo avere percorso altri 60 km circa, si è disintegrato a circa 83 km di quota. La velocità era molto elevata e la durata del bolide è stata di appena 1 s: niente è arrivato al suolo. Durante la sua breve vita come bolide, il meteoroide ha subito delle fluttuazioni di velocità a 105, 92 e 86 km probabilmente in seguito a frammentazioni del corpo principale. L'ultima è stata quella di maggiore intensità e ne ha decretato la dissoluzione, sulla verticale del comune di Salò. L'orbita eliocentrica del meteoroide progenitore molto probabilmente era di tipo iperbolico, ossia si è trattato di un piccolo corpo proveniente dal Sistema Solare esterno che ha terminato i suoi giorni disintegrandosi nell'atmosfera terrestre.

Figura 2 - In questa immagine ottenuta con Google Earth è visibile la traiettoria atmosferica di IT20190327 (pallini rossi) e quella proiettata al suolo (quadrati gialli). Sono mostrate anche le camere della rete PRISMA più prossime al bolide.
Figura 3 - La quota di IT20190327 in funzione del tempo triangolata con i dati raccolti dalle camere PRISMA. La durata è di circa 1 s, durante la quale il bolide è sceso da 110 a 83 km d'altezza prima di disintegrarsi.
Figura 4 - La velocità di IT20190327 in funzione della quota. Sono visibili delle notevoli oscillazioni della velocità causate dalla frammentazione del meteoroide progenitore.
Figura 5 - L'orbita eliocentrica nominale del meteoroide progenitore, più una buona parte di quella dei cloni compatibili, risulta di tipo iperbolico, ossia aperta e non chiusa. Questo indica una origine almeno nel Sistema Solare esterno.

Qualche giorno fa vi avevamo dato notizia di un bolide, osservato dalla camere PRISMA e FRIPON all'alba del 22 febbraio, che non era molto luminoso ma comunque interessante per via della lunga traiettoria percorsa in atmosfera. Utilizzando l'astrometria ottenuta da FRIPON sulle camere PRISMA di Lignan (Valle d'Aosta), Cuneo (Piemonte) e Bedonia (Emilia Romagna) è stato possibile triangolare la traiettoria per gettare luce sulla sua origine.

Il bolide è stato osservato a partire da 114 km di quota e si è estinto a circa 74 km di altezza. La traiettoria percorsa in atmosfera, quasi esattamente da sud verso nord con azimut di 170°, si è rivelata lunga ben 211 km con una inclinazione media di soli 12°: un meteoroide quasi radente! La quota elevata unita alla bassa inclinazione spiega perché sia stato osservato da Italia, Francia e Svizzera. La massa iniziale del meteoroide progenitore è stimabile dell'ordine di 5 grammi, ben poca cosa per resistere all'ablazione atmosferica: nessun corpo è riuscito ad arrivare al suolo.

Questo bolide ha dato luogo ad una scia di plasma molto densa che è stata rilevata dagli apparati radio di rilevazione delle meteore dei Laboratori Nazionali di Legnaro dell'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare). La detection nel radio delle meteore avviene grazie alle scie di plasma che riflettono verso il suolo le onde elettromagnetiche di apparati come il radar militare francese GRAVES, che trasmette alla frequenza di circa 143 MHz. In questo caso l'eco prodotto dalla scia del bolide è durato ben 30 s.

La velocità media del meteoroide era piuttosto elevata, circa 63 km/s, mentre la velocità all'infinito pre-atmosferica risulta di 64,2 km/s.  L'orbita eliocentrica risulta molto allungata e di tipo cometario, inoltre è percorsa in senso retrogrado perché ha una inclinazione di circa 132°. Si è trattato di un piccolo meteoroide che si muoveva "controcorrente", la cui origine è da ricercarsi nel Sistema Solare esterno, probabilmente oltre l'orbita di Plutone!

Figura 1 - La quota del bolide del 22 febbraio 2019 in funzione del tempo. Il meteoroide era talmente veloce che l'intero evento osservato è durato meno di 4 secondi (Elaborazione: PRISMA su astrometria FRIPON).
Figura 2 - La velocità atmosferica osservata del bolide in funziona del tempo. I valori della velocità sono molto dispersi perché il bolide era debole e la sua posizione difficile da misurare sulla sfera celeste (Elaborazione: PRISMA su astrometria FRIPON).
Figura 3 - Rappresentazione, tramite Google Earth, della traiettoria atmosferica (pallini rossi) e di quella proiettata al suolo (quadrati gialli) del bolide del 22 febbraio 2019. I segnaposti gialli indicano le stazioni di PRISMA utilizzate per i calcoli (Elaborazione dati PRISMA su astrometria FRIPON).
Figura 4 - L'orbita eliocentrica del meteoroide progenitore del bolide del 22 febbraio 2019 con quelle di 100 cloni Monte Carlo. Sono rappresentate la posizione e l'orbita dei pianeti al momento della caduta del bolide. L'orbita tratteggiata è quella di Plutone, i puntini simboleggiano la fascia di Kuiper. Come si vede, la maggior parte delle orbite compatibili con i dati osservati è iperbolica (Elaborazione dati: PRISMA).
Figura 5 - Immagine dell'eco radar del bolide del 22 febbraio 2019 registrata al laboratorio INFN di Legnaro (Padova). In ascissa (asse X), c'è la frequenza, in ordinata (asse Y), il tempo. Cortesia di Stefania Canella INFN-LNL.

Su questo bolide non abbiamo ricevuto segnalazioni visuali, il che è comprensibile se si pensa che erano le 03:07 del mattino (ora locale). Continuate a seguirci su queste pagine!

Le detection di bolidi interessanti si susseguono senza sosta per i progetti PRISMA e FRIPON. All'alba del 22 febbraio alle 02:07:35 UTC (le 03:07 ora locale) un bolide lento e luminoso ha attraversato una buona parte del cielo dell'Italia nord-occidentale passando allo zenit della stazione PRISMA di Lignan in Valle d'Aosta. Il bolide ha seguito una traiettoria da sud-est verso nord-ovest. Lo stesso bolide è stato ripreso da altre 22 stazioni PRISMA e FRIPON. Al momento non ci sono osservazioni visuali ma, data l'ora tarda, è comprensibile.

Figura 1 - Immagine che mostra il passaggio del bolide IT20190222T020735 ripreso dalla stazione PRISMA di Lignan in Valle d'Aosta. L'oggetto molto luminoso in alto è la Luna. La scia del bolide attraversa buona parte del cielo passando per lo zenit (nord in basso, ovest a sinistra).

Il 13 febbraio 2019 alle 17:59:40 UT (circa le 19 ora italiana), un bolide è stato ripreso da 12 stazioni della rete PRISMA-FRIPON. Fra le migliori immagini che documentano il fenomeno vi mostriamo le riprese fatte dalle stazioni PRISMA di Barolo e Cuneo, con il fireball ben visibile come una striscia luminosa fra l'orizzonte e la Luna. Si è trattato di un bolide che ha mostrato un flare, ossia un aumento repentino di luminosità, probabilmente in seguito ad una frammentazione che ha aumentato la superficie esposta all'ablazione.

Proiettando al suolo la sua traiettoria si vede come il bolide si sia sviluppato nel cielo del dipartimento francese delle Alpi dell'Alta Provenza (Alpes-de-Haute-Provence) a nord di Nizza, seguendo una traiettoria da sud-est verso nord-ovest. Il meteoroide è entrato in atmosfera ad una velocità di quasi 20 km/s e si è completamente consumato a 56 km d'altezza, niente è arrivato al suolo. L'orbita eliocentrica è tipicamente asteroidale, con afelio quasi all'altezza dell'orbita di Giove.

Di questo bolide l'IMO (International Meteor Organization), in collaborazione con PRISMA e FRIPON, ha raccolto tantissime segnalazioni visuali. Al momento siamo a 57 testimonianze, per lo più francesi me ce ne sono anche 11 italiane. Qua potete trovare l'elenco di tutti gli osservatori e le relative testimonianze: bolide 734-2019 IMO. Continuate a seguirci numerosi!

Chi segue il sito di PRISMA ricorderà la news sul bolide del 24 gennaio 2019. Grazie alla collaborazione con FRIPON è stato possibile analizzare l'evento usando i dati astrometrici ottenuti da tre camere italiane, Lignan, Genova e Bedonia e risalire così alle sue principali caratteristiche fisiche.

Il bolide è stato osservato a partire dai 95,4  km di quota, ha percorso una traiettoria in atmosfera lunga circa 104 km impiegando solo 3,4 secondi e si è estinto a 41 km d'altezza. La traiettoria è stata percorsa da sud-est verso nord-ovest (azimut di 111°), con un'inclinazione media di circa 32° rispetto alla superficie. Il radiante apparente del bolide cade nella costellazione del Cancro e non appare associato a nessuno degli sciami di meteore conosciute. La massa del meteoroide originario è stimabile fra 20 e 40 grammi, un valore piuttosto modesto quindi nessun frammento è arrivato al suolo.

Figura 1 - La traiettoria in atmosfera e proiettata al suolo del bolide del 24 gennaio 2019. La verticale del primo punto osservato cade sul Mar Ligure davanti a Genova, mentre il punto finale è in Piemonte, in prossimità di Cuneo.

La velocità atmosferica media del meteoroide è stata di circa 31 km/s, un valore piuttosto elevato che ha favorito la disintegrazione del meteoroide. La velocità all'infinito, ossia prima di entrare in atmosfera, risulta invece di 34 km/s. Da quest'ultimo valore si risale ad una velocità geocentrica di 31,7 km/s che equivale ad un'orbita eliocentrica di tipo asteroidale, con afelio (il punto più distante dal Sole), che cade in prossimità del bordo esterno della Fascia Principale (vedi Figura 2).

Figura 2 - L'orbita eliocentrica del meteoroide che ha generato il bolide del 24 gennaio 2019. In viola sono indicate tutte le possibili orbite compatibili con l'incertezza delle osservazioni.

Gli elementi orbitali dell'orbita eliocentrica sono i seguenti:

Semiasse maggiore (UA): 2,01
Periodo orbitale (anni): 2,85
Inclinazione dell'orbita (°): 11,66
Longitudine nodo ascendente (°): 124,3185
Eccentricità: 0,86
Argomento del perielio (°): 123,99
Passaggio al perielio (JD): 2457508,9
Distanza al perielio (UA): 0,27
Distanza all'afelio (UA): 3,74

L'invariante di Tisserand rispetto a Giove è di 3,2 ± 0,4, quindi un valore border-line fra asteroidi e comete della famiglia di Giove.