La rete PRISMA coordinata dall'INAF è in continua espansione. Attualmente sono 39 le camere operative, 10 quelle in fase di installazione e 8 quelle in fase di acquisto. L'ultima camera PRISMA ad entrare nell'elenco di quelle operative è stata quella dell'Osservatorio Astronomico "Beppe Forti" di Montelupo Fiorentino, inaugurato ufficialmente il 14 luglio 2018, e gestito dal Gruppo Astrofili Montelupo (ONLUS).
La camera PRISMA del "Beppe Forti" - la cui sigla ufficiale è ITTO04 - è entrata in funzione nel pomeriggio del 3 giugno 2020 e già qualche ora dopo, alle 22:42:29 UTC ha rilevato il primo bolide insieme alle camere di Navacchio, Padova e Vicenza. Le condizioni meteo non erano delle migliori e in cielo c'era anche la Luna in fase molto avanzata, ma l'importante è iniziare!
Nelle immagini di Montelupo il bolide è visibile basso sull'orizzonte di nord-est mentre in quella di Vicenza il bolide è molto più alto sull'orizzonte nord. Questo spostamento è dovuto all'effetto di parallasse, che cambia la posizione in cielo dei meteoroidi che cadono nell'atmosfera terrestre.
Il bolide di Montelupo ha dato luogo ad una scia di plasma molto densa che è stata rilevata dagli apparati radio di rilevazione delle meteore dei Laboratori Nazionali di Legnaro dell'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare). La detection nel radio delle meteore avviene grazie alle scie di plasma che riflettono verso il suolo le onde elettromagnetiche emesse nello spazio da apparati come il radar militare francese GRAVES, che trasmette alla frequenza di circa 143 MHz. In questo caso l'eco prodotto dalla scia del bolide è durato circa 20 s.
A poco più di un mese dal bolide diurno sloveno del 28 febbraio scorso - di cui sono state recuperate alcune meteoriti - un nuovo bolide diurno è stato osservato oggi, 6 aprile attorno alle 13:30 UT.
Le camere della rete PRISMA non fanno detection diurna ma ci siamo resi conto dell'evento grazie all'arrivo improvviso di decine di testimonianze visuali attraverso l'IMO. Al momento siamo a 84 testimonianze raccolte, grazie a tutti quelli che ci seguono.
Una prima ricostruzione della traiettoria - basata sui soli dati visuali e da prendere con cautela - vede la traiettoria del bolide percorsa circa da ovest verso est fra Austria e Germania.
Qualche giorno fa vi avevamo dato notizia di un brillante bolide diurno: quello del 28 febbraio 2020 osservato alle ore 10:30:34 dei nostri orologi dal nord Italia e dai Balcani. Di questo bolide noi di PRISMA avevamo calcolato l'area dove andare alla ricerca di eventuali meteoriti (strewn field).
Un gruppo di volontari, in collaborazione con la rivista astronomica slovena Spiko, il progetto Science on the Road e sostenuta dal Museo di storia naturale della Slovenia, si è organizzata e ha iniziato a cercare meteoriti nella zona dello strewn field. Per ora, chi ha avuto fortuna è stato Gregor Kos, che ha trovato una meteorite il 4 marzo intorno alle 16 nel vialetto di casa sua, nel villaggio di Prečna vicino a Novo Mesto: un frammento del piccolo asteroide che la mattina del 28 febbraio si è disintegrato a circa 34,5 km di quota. La meteorite riceverà il nome Novo Mesto, perché ritrovata alcuni km a nord-ovest della omonima cittadina slovena. Il punto di ritrovamento della meteorite cade in pieno all'interno dello strewn field calcolato da PRISMA in base ai dati disponibili.
La meteorite, di aspetto roccioso, ha una massa di 203 g e presenta la caratteristica crosta di fusione scura. In diversi punti la crosta di fusione si è staccata, mostrando l'interno che è molto più chiaro. A prima vista si tratta di una condrite ordinaria, ma la meteorite è stata consegnata al curatore del Museo di Storia Naturale della Slovenia per le analisi chimico-fisiche del caso.
Dopo il ritrovamento della meteorite Cavezzo, avvenuta grazie al progetto PRISMA, recuperare un'altra meteorite dopo appena 2 mesi scarsi e a sole alcune centinaia di km di distanza ha veramente dell'incredibile. Congratulazioni ai colleghi sloveni!
Authors: Albino Carbognani and Giovanna Maria Stirpe, INAF-Astrophysics and Space Science Observatory of Bologna (OAS), Italy/Project PRISMA.
Introduction
A few days ago, on February 28, 2020 at 09:30:34 UT, a bright daylight fireball was seen from central-northern Italy and from the Balkans. In a previous announcement we provided a temporary ground trajectory, based only on the visual eyewitness reports that we received through the IMO (International Meteor Organization). Last weekend we measured photos and videos taken by occasional witnesses or surveillance cameras; and today, NASA's Center for NEO Studies published the satellite data of the explosion in the atmosphere. At this stage, we can offer a reconstruction of what happened on the morning of February 28, 2020.
The heliocentric orbit
The daylight fireball was generated by a small asteroid with a diameter of about 1.5 meters, which crossed the atmosphere at a speed of about 21.5 km/s. The heliocentric orbit (Fig. 1), shows that the asteroid came from the inner edge of the Main Asteroid Belt, and could not be discovered with ground-based telescopes before the impact, because it was visible only in the daytime sky. It was a Chelyabinsk-like event, albeit - fortunately - on a much smaller scale.
The atmospheric trajectory
Satellite data show that the asteroid followed an atmospheric trajectory inclined at an angle of about 47.3° with respect to the horizontal plane, with an azimuth of about 155°. This means that the fireball traveled from the southeast to the northwest and entered rapidly into the denser layers of the atmosphere. The small asteroid could not withstand the pressure and intense heat that developed during the fall, and exploded at 34.5 km above sea level (Lat. 45.7° N, Long. 15.1° E from CNEOS data). The point of the main explosion projects vertically to a spot about 75 km west of the city of Zagreb, in Croatia. After the main explosion, the major fragments continued their fall towards the ground, as documented by the beautiful video taken from Zagreb by Tomislav Čar. The energy released in the explosion (about 0.34 kt) was approximately 1/50 with respect to the atomic bomb at Hiroshima. A minor event, but powerful enough to be detected by US satellites.
The strewn field
Taking into account the state of the atmosphere and the speed of the winds during the event, we estimated the possible place of impact of the major fragments of the asteroid which, most likely, survived the explosion. These coordinates are: Lat. 45.89° N, Long. 14.97° E, near the town of Trebnje, i.e. in a mountainous but fairly populated region, located 40 km south-east of Ljubljana, Slovenia. This is the best area for finding any meteorites.
Warning: given the uncertainties involved, the area in which the fragments may have fallen (strewn field) is very large: it is a square of at least 10 km × 10 km, centered on the nominal coordinates shown above. However, any point between the place of the explosion and the theoretical coordinates of the strewn field (and even beyond) are suitable for meteorite searching. Fortunately, the potential fragments of the asteroid did not fall at sea: with a little luck, we can hope to find some interesting samples of the asteroid, witnessing what the Solar System was like billions of years ago.
Acknowledgments
The whole PRISMA team thanks the NASA Center for NEO Studies for its collaboration.
Qualche giorno fa, il 28 febbraio 2020 alle ore 09:30:34 UT, un brillante bolide diurno è stato visto dall'Italia centro-settentrionale e dai balcani. In una news precedente avevamo fornito una traiettoria al suolo provvisoria, basata sulle sole testimonianze visuali che ci erano giunte dall'IMO. Nello scorso weekend abbiamo misurato foto e filmati ripresi dai testimoni occasionali o dalle telecamere di sorveglianza e oggi sono usciti i dati satellitari - in parte corretti grazie a PRISMA - dell'esplosione in atmosfera forniti dal Center for NEO Studies della NASA. A questo punto possiamo offrirvi una ricostruzione fedele di quello che è successo la mattina del 28 febbraio 2020.
Il bolide diurno visto da centinaia di persone è stato generato da un piccolo asteroide del diametro di circa 1,5 metri, che ha attraversato l'atmosfera alla velocità di circa 21,5 km/s. L'orbita eliocentrica che abbiamo ricostruito mostra che l'asteroide proveniva dalla parte interna della Fascia Principale degli asteroidi e non poteva essere scoperto prima dell'impatto con i telescopi al suolo perché visibile solo nel cielo diurno. In poche parole si è trattato di un evento tipo Chelyabinsk, anche se - per fortuna - su scala molto minore.
L'asteroide ha seguito una traiettoria in atmosfera inclinata di ben 47,3° rispetto al piano orizzontale, con un azimut di circa 155°. Questo significa che il fireball ha viaggiato da sud-est verso nord-ovest e che è entrato rapidamente negli strati più densi dell'atmosfera. Il piccolo asteroide non ha resistito alla pressione e all'intenso calore che si è sviluppato durante la caduta ed è esploso frammentandosi a 34,5 km di quota alle coordinate lat. 45.7° N long. 15.1° E. Il punto dell'esplosione principale punto cade circa 75 km ad ovest della città di Zagabria in Croazia. Dopo l'esplosione principale i frammenti maggiori hanno continuato la caduta verso il suolo, come documenta il bel video ripreso proprio da Zagabria da Tomislav Car. L'energia emessa nell'esplosione è stata circa 1/50 di quella sviluppata dalla bomba atomica di Hiroshima. Un evento minore, ma comunque energetico tanto è vero che è stato rilevato dai satelliti.
Tenendo conto dello stato dell'atmosfera e della velocità dei venti abbiamo stimato il possibile luogo di caduta dei maggiori frammenti dell'asteroide che, molto probabilmente, sono sopravvissuti all'esplosione, ossia delle meteoriti generate dall'evento. Questo punto cade alle coordinate lat. 45,89° N long. 14,97° E, ossia in una regione montuosa, ma abbastanza popolata, collocata 40 km a sud-est di Lubiana, in Slovenia. La cittadina di Novo Mesto si trova ai limiti dello strewn-field.
Attenzione: considerate le incertezze in gioco la zona in cui possono essere caduti i frammenti (strewn field) è molto vasta: si tratta di un quadrato di almeno 10 × 10 km di lato, centrato sulle coordinate nominali riportate sopra. Però qualsiasi punto fra il luogo dell'esplosione e le coordinate teoriche dello strewn field (e anche oltre) sono adatti per la ricerca di eventuali meteoriti.
Per fortuna, i potenziali frammenti dell'asteroide non sono cadutiin mare: con un po' di fortuna, si può sperare di ritrovare qualche campione interessante dell'asteroide, testimone di come era il Sistema Solare miliardi di anni fa.
Ringraziamenti
Tutto il team di PRISMA ringrazia il Center for NEO Studies della NASA per la collaborazione.
Alle 09:30 UT (le 10:30 dei nostri orologi), un brillante bolide diurno di colore bianco ha solcato il cielo italiano. Segnalazioni sono giunte a PRISMA da Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio e Campania. Alcuni testimoni ci hanno mandato anche foto e video, sempre molto utili per ricostruire qualitativamente l'evoluzione del fenomeno.
Non abbiamo informazioni dirette dalle camere della rete PRISMA perché durante il giorno non sono in presa dati, ma elaborando diverse osservazioni visuali, italiane, croate e slovene, che abbiamo raccolto grazie alla compilazione del form di segnalazione bolidi dell'IMO siamo riusciti ad avere una prima grezza ricostruzione della traiettoria del bolide proiettata sulla superficie terrestre. Si tratta di una soluzione molto approssimata, le osservazioni visuali non sono adatte per ottenere una buona triangolazione, quindi va presa con beneficio di inventario.
Come si vede dalla figura che vi mostriamo, la traiettoria percorsa dal bolide va approssimativamente da sud-est verso nord-ovest, correndo parallelamente alla costa adriatica della ex Jugoslavia. L'inclinazione risulta dell'ordine di 50°, quindi moderatamente inclinato. Questo è quanto ci dicono le testimonianze visuali che - ripeto - vanno prese con beneficio di inventario. Nella parte finale della sua traiettoria il bolide ha subito almeno un paio di frammentazioni, lasciando dietro di sé una nube di fumo biancastro che si è dissolta in breve tempo. Considerata la luminosità del fenomeno, doveva trattarsi di un meteoroide con un diametro di circa 1-2 metri ed è davvero molto probabile che qualche frammento sia giunto al suolo.
Il bolide è stato anche rilevato dallo spazio. Infatti i satelliti militari statunitensi hanno rilevato un'esplosione in atmosfera alle 09:30:34 UT, alle coordinate 45,7° N, 11,5° E ossia circa sulla verticale di Thiene. Da questi dati satellitari, la quota dell'esplosione del bolide risulta di circa 34,5 km con una velocità del meteoroide, al momento dell'esplosione, di 21,5 km/s. L'energia sviluppata risulta di circa 0,34 kt (1/50 della bomba atomica di Hiroscima), compatibile con un meteoroide roccioso di circa 1,5 metri di diametro.
Purtroppo, con le sole osservazioni visuali è praticamente impossibile stabilire l'area di caduta per confrontarla con i rilevamenti satellitari statunitensi. Se il bolide fosse stato notturno avrebbe illuminato il cielo a giorno: con i dati della rete PRISMA si sarebbe potuto identificare lo strewn field e organizzare una ricerca sul campo. Una meteorite può essere sempre dietro l'angolo (o sull'argine), Cavezzo docet.
Il 2020 inizia alla grande per PRISMA. Il 1 gennaio alle 18:26:54 UT ben 8 camere della nostra rete hanno rilevato un brillante bolide nei cieli del nord-Italia. Fra queste 8 camere i dati utilizzabili per la triangolazione sono stati quelli di Bedonia, Rovigo, Felizzano, Loiano, Cecima e Navacchio. Oltre ai dati delle camere abbiamo ricevuto decine di segnalazioni visuali da Emilia-Romagna, Lombardia, Liguria, Toscana e le segnalazioni continuano ad arrivare anche ora. Ecco il quadro intrigante che esce ad una prima analisi dei dati delle camere PRISMA.
Il bolide è stato osservato per la prima volta a 76 km di quota, mentre percorreva una traiettoria inclinata di circa 68° rispetto alla superficie terrestre. La velocità di ingresso del meteoroide in atmosfera è stata relativamente bassa, circa 12 km/s, ma l'elevato angolo di caduta ha dato luogo ad un intenso processo di ablazione che ha portato il bolide a brillare con una magnitudine assoluta compresa fra -7 e -8. La massa iniziale stimata per il meteoroide è di diversi kg e, durante la caduta, è andato incontro ad un processo di disgregazione, in particolare a 50 e a 30 km d'altezza. L'ultima quota osservata è stata a 21,7 km, poi il bolide si è estinto.
Tuttavia i calcoli indicano che probabilmente qualche frammento del meteoroide originario è riuscito ad arrivare al suolo. Tenendo conto dello stato dell'atmosfera, la zona interessata dalla caduta è quella del paesino di Disvetro, pochi km a nord-ovest di Cavezzo (Modena), in piena Pianura Padana. La zona di incertezza a 2 sigma è di circa 2,2 × 1,5 km. Considerato i processi di frammentazione cui il meteoroide è andato soggetto, qualche pezzo potrebbe essere finito anche sulla congiungente fra Rovereto sul Secchia e Disvetro.
Se qualcuno, abitante in zona, si imbattesse in un piccolo sasso ricoperto da una patina scura e con gli angoli smussati lo segnali a PRISMA (prima di raccoglierlo seguite queste ISTRUZIONI), inviando una foto all'email: prisma_po@inaf.it. Potremo verificare se si tratta di una sospetta meteorite o di una pietra comune. Nel primo caso andranno fatte ulteriori analisi in laboratorio. Va detto che le meteoriti non classificate sono prive di valore commerciale, quindi affinché il ritrovamento valga qualcosa il frammento deve prima essere analizzato e classificato dai ricercatori dell'INAF o dell'Università: non tenete nel cassetto una sospetta meteorite!
Da dove proveniva il meteoroide che ha generato il bolide? Proiettando all'indietro la traiettoria e la velocità di arrivo è stato possibile ricostruire l'orbita eliocentrica originaria. L'afelio, ossia il punto dell'orbita più distante dal Sole, si colloca nella regione interna della Fascia Principale degli asteroidi: quindi era un meteoroide di origine asteroidale, probabilmente di natura rocciosa. Riuscire a raccoglierne anche un piccolo frammento vorrebbe dire poter studiare come era il Sistema Solare miliardi di anni fa, subito dopo la sua formazione. Ogni meteorite è il testimone di un'epoca remota, per questo motivo nessuna deve andare persa.
Qualche giorno fa avevamo segnalato la detection di un luminoso bolide ripreso la sera del 31 agosto 2019 alle 21:13 UT dalle camere PRISMA di Tricase, Savignano, Capua e San Marcello Pistoiese.
Dopo avere analizzato i dati sul bolide, ora possiamo darvi qualche informazione in più. Il meteoroide che ha originato il bolide aveva una massa di circa 100 g ed è stato rilevato quando era a circa 111 km di quota, sulla verticale di un punto che si trova alle coordinate 40,97° N e 14,18° E. Questo punto cade nel comune di Lusciano, in provincia di Caserta.
Il bolide, che alla massima luminosità ha raggiunto la magnitudine -9, ha continuato la sua caduta verso terra seguendo una traiettoria inclinata di 22° rispetto al suolo, spostandosi rapidamente da nord-est verso sud-ovest. Durante il tragitto è iniziato un processo di frammentazione multipla che ha disintegrato il meteoroide a circa 72 km di quota, in pieno Mar Tirreno, sulla verticale del punto alle coordinate 40,5° N e 13,2° E.
Il meteoroide è entrato in atmosfera con una velocità abbastanza elevata, circa 60 km/s, il che gli ha permesso di percorrere i circa 100 km di lunghezza della traiettoria in poco più di 1,6 s. Tolta la componente della velocità dovuta alla Terra, la velocità del meteoroide rispetto al Sole era di circa 33 km/s, il che ne fa un corpo appartenente al Sistema Solare. L'orbita nominale eliocentrica del meteoroide ha un semiasse maggiore di circa 1,3 UA con un'eccentricità di 0,5 quindi risulta di tipo asteroidale. In effetti l'afelio è collocato in prossimità della parte interna della Fascia Principale degli asteroidi.
Di questo meteoroide è interessante il valore dell'inclinazione dell'orbita, circa 140°. Essendo un valore superiore a 90° vuol dire che il meteoroide percorreva l'orbita in senso retrogrado, ossia in senso orario se vista dal polo nord dell'Eclittica. Questa particolare configurazione geometrica è la responsabile dell'elevata velocità relativa fra la Terra e il meteoroide. In ogni caso si tratta di un meteoroide non comune, con un'orbita ad elevata inclinazione sul piano dell'Eclittica, circa 40°.
In queste notti estive, con lo sciame delle Perseidi che va a scemare, i cieli del mar Mediterraneo sono comunque solcati da bolidi molto luminosi. Ne è un esempio il brillante bolide osservato la sera del 16 agosto 2019 attorno alle 20:36 UT (22:36 CEST) da numerosi testimoni di Sardegna, Corsica e Baleari. I testimoni, alcuni anche spaventati, hanno descritto un bolide di colori variabili: verde, arancione, giallo e rosso, andato soggetto a diversi flare, probabilmente in seguito alla frammentazione del meteoroide progenitore (Fig. 2 & 3). Alcuni testimoni riportano di avere udito anche un rumore tipo "bang" sonico. Purtroppo nessuna camera PRISMA ha potuto riprendere il fireball perché in Sardegna non sono ancora presenti camere all-sky appartenenti alla nostra rete.
Per cercare comunque di capire quale sia stata la traiettoria approssimata seguita dal bolide sono state selezionate 6 osservazioni visuali fra le circa 80 raccolte dall'IMO. Sono state scartate le osservazioni che, per l'orario, non potevano riferirsi a IT20190816T2036UT, quelle palesemente in contrasto con la maggioranza e privilegiando quelle alla massima distanza geografica reciproca (per massimizzare l'effetto di parallasse). Alla fine di questo lavoro di selezione incrociata il risultato è stata la traiettoria che vi mostriamo in Fig. 1. Ovviamente si tratta di risultati ottenuti da osservazioni visuali, per definizione molto approssimate, tuttavia il quadro che ne esce è il seguente.
Il bolide si è mosso da nord-ovest verso sud-est, interamente sul Mediterraneo, fra la Sardegna e le Baleari. Il punto finale del fireball risulta alle coordinate geografiche 38,3 N e 7,1 E. La traiettoria osservata dai testimoni e proiettata al suolo risulta lunga circa 250 km, mentre l'inclinazione della traiettoria sulla superficie terrestre è stimabile in circa 50°. Se si considera che la durata massima è stata approssimativamente di 10 secondi, si può stimare una velocità media di circa 40-50 km/s. Difficile fare una stima della massa in mancanza di dati accurati su posizione e velocità, ma è ipotizzabile pensare ad un meteoroide avente una massa di diverse decine di kg. Se qualcosa del meteoroide progenitore è sopravvissuto alla caduta in atmosfera è certamente finito in fondo al mare.
Per chiudere è interessante osservare che la distanza della traiettoria del bolide dalle stazioni PRISMA più vicine era compresa fra 500 e 600 km: un valore troppo elevato che ha ostacolato la detection del fenomeno perché verificatosi a pochi gradi dall'orizzonte.
I dati satellitari della NASA
Qualche giorno dopo l'evento il CNEOS della NASA ha reso pubblici i dati delle osservazioni satellitari militari relativi a questo bolide. Risulta una quota finale dell'esplosione in atmosfera di soli 36 km, un'energia cinetica totale di 0,089 kt e un diametro del meteoroide stimabile in circa 1-1,5 metri (dipende dal valore di densità che si adotta). Si tratta dell'evento più energetico capitato recentemente sul Mediterraneo. A partire dal 1997 sono stati registrati 5 eventi di esplosioni di bolidi in atmosfera sul Mediterraneo e quello del 16 agosto occupa il 4° posto.
Peraltro le coordinate dell'esplosione finale fornite dal CNEOS sono: 38,9 N e 7,0 E. Si tratta di valori che sono a soli 50 km dal punto ottenuto con le 6 osservazioni visuali selezionate da PRISMA fra tutte quelle raccolte dall'IMO, un ottimo accordo fra tecniche molto diverse fra di loro.
Quando si pensa al cielo del mese d’agosto spesso la prima cosa che viene in mente sono le "Lacrime di San Lorenzo", ossia le meteore appartenenti allo sciame delle Perseidi. Le meteore appaiono come scie luminose, più o meno lunghe, della durata di una frazione di secondo. Spesso si parla di "stella cadenti" perché quando si vede una meteora si ha quasi l'impressione che una stella si sia staccata da quella immensa illusione ottica che è la sfera celeste. Tuttavia è una dizione impropria: per nostra fortuna non si tratta realmente di stelle che cadono verso la Terra, in caso contrario il nostro pianeta verrebbe istantaneamente vaporizzato!
Che cosa sono le Perseidi
In realtà lo sciame meteorico delle Perseidi è prodotto dall'interazione con l’atmosfera degli innumerevoli granelli di polvere (meteoroidi), persi nello spazio dal nucleo della cometa Swift-Tuttle durante il suo periodico passaggio ravvicinato con il Sole. Lungo tutta l’orbita della cometa si è formata una vera e propria "corrente di meteoroidi", una specie di "fiume di sassi" che scorre nel Sistema Solare. L’ultimo passaggio al perielio della Swift-Tuttle, che impiega circa 133 anni a percorrere l’orbita, si è verificato il 12 dicembre 1992 ed è stato proprio negli anni attorno a questa data che la Terra ha intercettato la parte più affollata della corrente.
I meteoroidi che originano le Perseidi e gli altri sciami annuali di meteore, sono corpi solidi con dimensioni tipiche dell’ordine del millimetro. I meteoroidi delle Perseidi entrano nell'atmosfera terrestre alla velocità di ben 59 km/s, un valore elevatissimo, più di 7 volte la velocità orbitale della Stazione Spaziale Internazionale! Per nostra fortuna l'atmosfera terrestre ci fa da "scudo". Infatti, nell'interazione con le molecole atmosferiche, la superficie del meteoroide viene vaporizzata secondo un processo noto come ablazione. In seguito alle collisioni, gli atomi del meteoroide vengono eccitati e, quando tornano allo stato fondamentale, emettono la radiazione che dà origine alla scia luminosa che si vede dal suolo: la meteora.
Nella notte fra il 12 e il 13 agosto, la Terra attraversa la parte più densa della nube di meteoroidi persi dalla Swift-Tuttle ed è in questi giorni che il numero di meteore osservabili in cielo raggiunge il suo massimo. In realtà lo sciame delle Perseidi inizia ad essere osservabile dal 17 luglio e termina il 24 agosto. Nella notte del massimo dello sciame e in condizioni ideali si possono osservare circa 100 Perseidi all'ora a partire dalle 23 di ora estiva.
Quando e dove osservare
Per vedere le meteore in cielo non è necessario utilizzare alcun strumento ottico: il migliore resta l'occhio nudo. Quindi evitate di usare binocoli e telescopi: i campi di vista di questi strumenti sono troppo piccoli e sarebbe molto difficile puntarli esattamente dove comparirà una meteora. L'occhio, con i suoi 80° di campo visivo, non soffre di questo problema. La cosa importante è osservare il cielo da un posto buio privo, per quanto possibile, di sorgenti di luce artificiale. Purtroppo nel 2019 la Luna piena si avrà il 16 agosto e la sua luce disturberà non poco la visione delle meteore, specie di quelle più deboli. Se, quando è calata la notte, si volge lo sguardo verso nord-est, ossia in direzione della costellazione del Perseo (facile da trovare perché si trova appena al di sotto della caratteristica "W" della brillante costellazione di Cassiopeia), si guarderà verso il radiante delle Perseidi, ossia la regione del cielo da cui sembrano scaturire le meteore di questo sciame.Il massimo dello sciame cade fra le ore 22 del 12 agosto e le 10 del 13 agosto (ora estiva).
Nel radiante le scie delle meteore sono brevi perché le stiamo guardando quasi di fronte. Per avere la possibilità di osservare meteore con scie lunghe e spettacolari si può volgere lo sguardo a circa 90° dal radiante, ossia in piena Via Lattea, allo zenit verso le costellazioni del Cigno, della Lira e dell’Aquila. Osservando per almeno un’ora si avrà l’opportunità di osservare diverse meteore, alcune anche molto brillanti: in questo caso si parla di bolidi.
I bolidi sono per PRISMA
Eventuali bolidi luminosi saranno "catturati", cielo permettendo, anche dalle camere all-sky della rete PRISMA che è in continua espansione. Al momento la rete italiana per la "caccia" ai bolidi e ai meteoriti contabilizza 51 camere, di cui 37 funzionanti, 8 in fase di acquisto, 4 in fase di installazione e 2 in manutenzione. Un risultato che va oltre le più rosee aspettative. Naturalmente se vi capita di vedere qualche bel bolide a occhio nudo, magari che presenta fenomeni inconsueti come scie di fumo oppure rumori, non mancate di compilare l'apposito form dell'IMO che ci avviserà in tempo reale dell'invio dei dati.