In molti ci chiedono quale sia il destino dei due frammenti della meteorite di Capodanno, recuperati tramite le indicazioni della nostra rete.
Attualmente si trovano presso i Laboratori del Dipartimento di Scienze della Terra e del Museo di Storia Naturale dell'Università degli Studi di Firenze. La ricerca sarà coordinata da Giovanni Pratesi in collaborazione con Vanni Moggi Cecchi e gli altri colleghi di PRISMA con specifiche competenze.
Ecco in dettaglio le misure a cui saranno sottoposti i campioni per determinarne le caratteristiche e la classificazione:
- saranno pesati con una bilancia di precisione e fotografati a vari ingrandimenti
- sarà determinata la densità con una bilancia di Mohr-Westphal
- sarà realizzata una scansione 3D con uno scanner a luce strutturata
- su una sezione sottile petrografica saranno determinate le caratteristiche petrografiche, tra cui il tipo petrologico, la tipologia e dimensione delle condrule, il grado di shock
- analisi SEM (Microscopio Elettronico a Scansione) e EDS (Spettrometria per Dispersione di Energia) saranno invece utilizzate per studiare la tessitura fine, la mineralogia modale e per effettuare mappe a raggi X.
- la cristallochimica delle fasi maggiori e minori sarà investigata attraverso microanalisi WDS (Wavelength Dispersive X-Ray)
- l'analisi composizionale bulk sarà invece ottenuta con le tecnica XRF (X-ray fluorescence spectroscopy) per gli elementi maggiori e minori e con ICP-MS (spettrometria di massa a plasma accoppiato induttivamente) per le tracce.
- misure con spettroscopia di riflettanza VIS-NIR saranno condotte, presso l'INAF- IAPS, da Cristian Carli.
- la formula isotopica dell'ossigeno sarà determinata presso la Open University da Richard Greenwood e Ian Franchi.
- presso il Laboratorio del Monte dei Cappuccini dell'INAF-Osservatorio Astrofisico di Torino sotto la supervisione di Carla Taricco verrà misurato lo spettro in raggi gamma per determinare l'abbondanza di radioisotopi cosmogenici, la dimensione del corpo progenitore e la profondità del frammento in esso
- saranno effettuate misure su radionuclidi per determinare la cosiddetta CRE (cosmic ray exposure) e su isotopi stabili per comprendere al meglio gli aspetti genetici della meteorite.
- uno studio sulla crosta di fusione permetterà inoltre di caratterizzare i processi di transito e di frammentazione in atmosfera che hanno interessato questo meteorite.