Vai al contenuto

Un bolide crepuscolare

Il 31 luglio 2019, circa alle 21 di ora estiva, un brillante bolide di colore verde smeraldo ha fatto la sua breve comparsa nel cielo della Corsica. Essendo il cielo ancora molto chiaro perché il fireball è stato contemporaneo con il tramonto del Sole e l'inizio del crepuscolo, le camere del progetto PRISMA non erano ancora in modalità "detection", quindi non abbiamo i dati necessari per una triangolazione accurata.

In compenso, all'IMO (International Meteor Organization), sono arrivate ben 80 segnalazioni visuali, in parte anche attraverso il sito di PRISMA. Le segnalazioni per lo più provengono dalla Corsica (come è logico aspettarsi), ma anche dalla Sardegna, dal Lazio, dalla Toscana e dalla Lombardia. Secondo le osservazioni visuali, la traccia del bolide proiettata sulla superficie terrestre, è stata percorsa da nord-ovest verso sud-est. Purtroppo non è possibile dire di più, quindi non conosciamo la velocità media del bolide o la sua inclinazione sull'orizzonte quindi non si può dire niente dell'orbita e dell'origine del meteoroide che ha originato il fireball.

Figura 1 - Un ingrandimento della mappa di Google Maps che mostra le numerose osservazioni raccolte dalla Corsica e la traiettoria del bolide proiettata al suolo (credits: IMO).

Tuttavia non tutto il male viene per nuocere. Infatti, il cielo ancora chiaro ha permesso a diversi testimoni di osservare la scia di fumo lasciata dietro di se dal meteoroide in dissolvimento durante la caduta in atmosfera (Fig. 2). La scia è rimasta visibile per alcuni minuti, poi è stata distorta e dissolta dai venti dell'alta atmosfera. Dalle dimensioni della parte superiore del fumaiolo in primo piano e dalla distanza di ripresa di circa 70 m, si può stimare una lunghezza angolare della scia del bolide di circa 10°, ossia come circa 20 lune piene messe in fila.

Figura 2 - La scia di fumo biancastra lasciata dal bolide del 31 luglio 2019 ripresa dal porto di Olbia è ben visibile al di sopra del fumaiolo del traghetto Moby Otto (credits: Manuel De Paolis).