La notte del 24 maggio potrebbe essere ricordata come “la notte dei fireball”. Due meteore molto luminose (“bolidi”) hanno infatti solcato i cieli italiani, la prima poco dopo la mezzanotte e la seconda a notte fonda, verso le quattro e mezza del mattino. La prima ha interessato i cieli del Nord, la seconda la Sardegna. Ma mentre quest’ultima ha attraversato l’atmosfera troppo rapidamente e si è estinta a una quota troppo alta per poter aver dato luogo alla caduta di una meteorite (“fall” in gergo tecnico), la prima, avvistata da ben 11 camere della rete Prisma, potrebbe invece regalarci una bella sorpresa. Sarebbe la terza, dopo il ritrovamento della meteorite Cavezzo, avvenuto ai primi di gennaio del 2020 e della meteorite Matera , informalmente chiamata meteorite di San Valentino perché caduta la sera del 14 febbraio. Entrambe queste meteoriti sono state ritrovate grazie alle “detection” delle camere della rete di Prisma e ai calcoli degli esperti sulla possibile area di caduta.
Concentriamoci quindi sul primo avvistamento, ripreso dalle camere Prisma di Pino Torinese, Rovigo, Piacenza, Felizzano, Codogno, Cecima, Merate, Savignano, Montelupo Fiorentino, Chianti e Ravenna. I calcoli preliminari eseguiti dagli astronomi della rete Prisma indicano che il fireball è stato ripreso a partire da 75 km di quota, quando aveva una velocità di 15,8 km/s e si è estinto a 25 km di altezza con una velocità di circa 5 km/s. Nel complesso l'evento ha avuto una durata di circa 6 s. La velocità in atmosfera è tipica di un oggetto di origine asteroidale; in effetti l'orbita eliocentrica è quella caratteristica di un asteroide Apollo, con afelio poco oltre l'orbita di Marte e perielio fra le orbite di Venere e della Terra. Nel caso in cui qualche frammento abbia raggiunto il suolo, la parte più consistente potrebbe essere caduta nel comune di Sospiro (a est di Cremona) mentre altri frammenti più piccoli potrebbero essere disseminati lungo il Po, nel territorio dei comuni di San Daniele Po e di Pieve d’Olmi.
Adesso, fin dalle prossime ore, gli esperti di Prisma raffineranno i calcoli e cercheranno di circoscrivere l’area interessata dalla possibile caduta, il cosiddetto “strewn field”, generalmente un’ellissi estesa per qualche km lungo i due assi principali. Nel caso in cui i calcoli rafforzassero l’ipotesi di una caduta al suolo verranno organizzate in loco squadre di ricerca aperte anche a volontari che verranno appositamente formati e che potranno affiancare gli esperti nella “caccia al meteorite di mezzanotte”.